Il Sole ci saluterà per un pò. Il tempo necessario per recuperare le forze prima del risveglio che segnerà, nel 2019 , l’inizio di un nuovo ciclo della sua attività. Il suo ‘saluto’ si può comprendere attraverso la comparsa di un gruppo di macchie formatesi in prossimità dell’equatore esteso circa 7,8 volte il diametro della Terra. L’attività solare viene misurata infatti in base al numero di macchie che compaiono in maniera ciclica e più o meno intensa sulla superficie solare.Il ciclo solare è il periodo, lungo in media tra i 10 e i 12 anni , che intercorre tra un periodo di minima (o massima) attività solare e quello successivo. I cicli sono stati numerati a partire dalla fine del 1500 e quelli registrati finora sono stati 24. Quando la superficie solare mostra un ampio numero di macchie, il Sole sta attraversando una fase di maggior attività, emette maggior energia nello spazio circostante ed è possibile osservare la presenza contemporanea di diversi, grandi, gruppi di macchie. Durante il periodo di minimo dell’attività possono passare anche settimane intere senza che sia visibile alcuna macchia sul disco del Sole. “Quando le macchie solari cominciano a formarsi in prossimità dell’equatore – ha poi detto all’ANSA il fisico solare, Mauro Messerotti, dell’Osservatorio di Trieste dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e dell’università di Trieste – è il segno che il Sole è vicinissimo alla fase di minima attività e si prepara a iniziare un nuovo ciclo”. Nel giro di qualche mese, ha aggiunto Messerotti, “quando le macchie appariranno alle latitudini più alte, annunceranno l’arrivo del nuovo ciclo, il venticinquesimo, mentre appariranno ancora in prossimità dell’equatore gruppi di macchie solari dell’attuale ciclo “. Il periodo in cui coesistono le macchie del vecchio ciclo e del nuovo potrebbe durare per mesi, ha detto ancora Messerotti, e la scomparsa delle prime segnerà l’inizio del nuovo ciclo. Nella fase di transizione il Sole sarà ‘assopito’, ma comunque vigile: e la sua attività non sarà più collegata alle macchie, ma ai buchi che si apriranno nella corona. la regione più esterna dell’atmosfera solare. Da questa regione potrebbero scagliarsi sciami di particelle verso la Terra, come quello atteso tra il 15 e il 16 febbraio, che probabilmente causerà una debole tempesta geomagnetica ma che potrà generare invece bellissime aurore polari.
MS