Elezioni 2018: chiuse le liste. Iniziano i problemi

Roma 10:40 – Con ieri, 31 gennaio 2018, sono scaduti tutti i termini di presentazione delle varie liste elettorali, relativa documentazione ed apparentamenti vari. Ed ecco che il giorno dopo comincia il caos fra le varie formazioni politiche. Primo “problemino”: La Corte d’Appello di Milano ha contestato alla lista ‘Noi con l’Italia’, apparentata con altri tre partiti del centrodestra, anche le candidature nei 15 collegi uninominali in Lombardia 1 e non solo delle due di Lombardia 4, depositate lunedì scorso. Mancherebbero dei documenti, come la dichiarazione di accettazione della candidatura da parte dei rispettivi candidati di coalizione. Documenti che, secondo i rappresentanti del centrodestra, sarebbero però stati depositati dalla Lega per Lombardia 1, e da Forza Italia per Lombardia 4, in quanto i quattro partiti si erano divisi, per motivi organizzativi, la presentazione delle candidature comuni. Naturalmente sarà depositato in “tempo zero” un ricorso  di ‘Noi con l’Italia’, che dovrà essere vagliato dalla Cassazione. A rischio anche le candidature di Michela Vittoria Brambilla, leader del movimento animalista, e di Cristina Rossello, legale di Berlusconi. Nel centrosinistra cominciano le varie liti, o meglio non hanno mai cessato di esserci. L’endorsement di Prodi al Pd crea invece malumori a sinistra, con Bersani che attacca l’ex premier: ‘Troppo tenero con Renzi’.  Per i Pentastellati ci penserebbe il candidato premier Di Maio a creare confusione. E’ bastata una giornata nella City per alzare un polverone in merito alle larghe intese di un possibile governo “simile” al governo di responsabilità nato nel 2011. La Reuters, citando una fonte anonima presente ai colloqui, scrive che il candidato premier M5S, ai suoi interlocutori, ha “detto, che, se non avrà i seggi sufficienti per la maggioranza, vede la probabilità di un governo sostenuto da tutti i principali partiti, inclusi i 5 stelle”. Per la stessa fonte Di Maio, in caso di stallo “prevede una maggioranza di governo a quattro costituita da M5s, Pd, Forza Italia e Lega”. Parole che aprono uno squarcio nel mantra pentastellato. Secca e pronta arriva la smentita di Di Maio che cerca di liquidare il problemino asserendo che “Ho detto quello che dico sempre, che farò un appello pubblico a tutti, non ci sarà alcun governo di larghe intese”. Salvini a stretto giro di interviste risponde a questa possibilità negando una partecipazione della Lega in un governo assieme al M5S. Se vinciamo con una maggioranza di centrodestra governiamo non per 5 anni ma per 10 – ha detto il leader della Lega al corriere.it. -, se non vinciamo cosa che non mi auguro io al governo non ci vado. Mi auguro che Berlusconi non scelga altro. Sarebbe un tradimento non a Salvini ma agli italiani”. Rincarando la dose di “critiche” prende anche “la palla al balzo” della chiusura della Commissione Banche, retta da Casini. “Ieri si è chiusa la farsa della commissione banche che non ha prodotto nulla se non la candidatura in centro a Bologna di Casini e mi dispiace per i bolognesi” e non le manda a dire nemmeno a Renzi paragonandolo al personaggio di Albanese, Cetto la Qualunque: “Quando lo vedo in tv mi irrito, spengo e vado a vedere se l’acqua bolle. E’ Cetto la Qualunque spara numeri a caso e promette che farà delle cose come se fosse arrivato ieri, quando lui è stato al governo 3 anni, io penso di farlo meglio di lui e alle spalle ho una squadra di competenti, no amichetti e amichette”. E per chiudere Berlusconi toglie ogni pensiero sul suo stato di salute. Secondo voci, non confermate, il presidente di Forza Italia aveva sospeso la campagna elettorale per un affaticamento. “Sto benissimo” ha ribadito lui (Ansa.it). Il “circo” delle elezioni è anche questo. Buon divertimento a tutti.

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About the Author: Carlo Viscardi