Milano 11:25 – Dopo la “denuncia” del direttore dell’agenzia europea del farmaco, Guido Rasi, in merito al fatto che Amsterdam non possa adempiere alle promesse fatte per l’accoglienza dell’EMA ripiegando su soluzioni temporanee d’emergenza e non soddisfacenti le esigenze dell’agenzia, il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha reso noto di aver chiamato Gentiloni in merito alla possibilità dell’Italia di tornare a chiedere la sede di Ema a Milano. “Ho chiamato Gentiloni – ha detto Sala – e gli ho detto: è il momento di essere aggressivi, facciamolo, proviamoci, fino in fondo, e da quello che mi ha detto, e senz’altro sarà così, oggi parte il ricorso”. “Non penso ci vorranno tempi molto lunghi – ha proseguito il sindaco di Milano -. Siamo sinceri, le possibilità” di una riassegnazione della sede a Milano non sono altissime, ma dobbiamo provarci”. Secondo Sala, se dovessero riassegnare Ema a Milano “lo dovrebbero fare in tempi brevi perché noi dobbiamo preparare il Pirellone. È una questione tecnica. Ma è anche una questione politica, chiamo la politica italiana al massimo impegno per Milano e per il nostro Paese”. “Gentiloni – ha concluso il sindaco – ha capito la situazione che rischia di diventare ridicola. Prima c’è questo sorteggio, poi gli olandesi che non sono pronti. Non è una bella pagina nemmeno per l’Europa”. Obiettivamente osservando, l’edificio destinato ad accogliere l’EMA ed i suoi funzionari, ancora non c’è deve essere costruito e quindi comporterebbe un ritardo ed un innalzamento dei costi per il trasferimento da Londra ad Amsterdam. Alla luce di quanto sta emergendo sull’assegnazione ad Amsterdam della sede Ema, fonti di Palazzo Chigi fanno sapere che il governo intraprenderà ogni opportuna iniziativa presso la commissione europea e le istituzioni comunitarie competenti affinchè, anche a seguito di quanto dichiarato dal direttore dell’Agenzia, venga valutata la possibile riconsiderazione della decisione che vide Milano battuta al sorteggio finale. In una conferenza stampa assieme alle autorità olandesi, Rasi ha infatti portato allo scoperto la situazione: il nuovo palazzo dell’Ema non è ancora pronto, e la soluzione transitoria proposta dagli olandesi “non è ottimale”, perché “dimezza” lo spazio della sede di Londra. Il che aggiunge “strati di complessità” al trasferimento e allungherà i tempi per tornare a funzionare regolarmente.