Calabria e Sicilia ricordano Don Oreste Benzi

Catanzaro, 17 gennaio: nel prossimo evento l’Arcivescovo Vincenzo Bertolone

A 10 anni dalla scomparsa di Don Oreste Benzi, da molti ricordato come il “prete dalla tonaca lisa”, 12 eventi distribuiti nell’anno ricordano in Sicilia e Calabria il fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII. Occasioni di riflessione e di proposta di buone prassi, approfondiscono l’attualità del pensiero del sacerdote riminese. Prossimo appuntamento sarà il 17 gennaio 2018, dalle 16 alle 19 a Catanzaro, nei locali della Parrocchia santa Maria della Pace in via della Resistenza. Alla presenza di Vincenzo Bertolone Arcivescovo di Catanzaro-Squillace e Presidente della Conferenza Episcopale Calabra, titolo dell’iniziativa sarà “ Dignità della Persona: tutte le volte che cadrai ti solleverò ”. Seguirà la testimonianza di Don Aristide Raimondi, Parroco di Librino e membro della Comunità Papa Giovanni XXIII. Concluderà Giovanni Paolo Ramonda, Presidentedell’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII. Spiega Ramonda, che dal 2008 ha raccolto l’eredità di don Benzi: «Il percorso fa tappa in due terre – Sicilia e la Calabria – che più di altre rischiano di rimanere soffocate da povertà, fuga dei giovani, disabili che non trovano risposta nelle politiche sociali al bisogno di vita dignitosa. Don Oreste ha dedicato tutta la propria vita a loro e alla tutela dei diritti degli emarginati e degli ultimi, insegnandoci che “la devozione senza la rivoluzione non basta”». Prossime tappe saranno Palermo, Siracusa, Locri, Caltagirone, Scicli, Lamezia Terme, Reggio Calabria, Trapani e Acireale.

CHI ERA DON ORESTE BENZI: Giovane sacerdote nato nel 1925 nell’Italia martoriata del dopoguerra, spende la propria vita a favore degli ultimi e propone ai giovani « Un incontro simpatico con Cristo ». Nel 1968 con un gruppetto di ragazzi e alcuni altri sacerdoti dà vita all’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, che conta oggi oltre 400 case famiglia e realtà di accoglienza in tutto il mondo. È il primo in Italia a lottare contro la cultura della prostituzione e a denunciare la tratta delle donne; con la sua lunga tonaca scura ed il rosario in mano negli anni ’70 ed ’80 incontra le donne vittime del racket proponendo loro la liberazione immediata e l’inizio di una vita nuova.

Oggi sono 10 in Sicilia e 6 in Calabria le case famiglia e realtà di accoglienza della Comunità, cui si aggiungono 1 cooperativa sociale , 2 centri diurni per le persone con disabilità, famiglie affidatarie ed unità di strada contro l’emarginazione.

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