Si è conclusa la scorsa domenica 7 Gennaio, dopo sei settimane di apertura al pubblico, la tappa 2017 del progetto “Dal Tormento All’Estasi” nato ormai nel lontano 2013 da un’idea di Elmar Elisabetta Marcianò e dello psichiatra Vincenzo M. Romeo. I momenti espositivi, denominati “Scavi paralleli”, si sono, in questa edizione, sdoppiati riguardando dapprima – “Se7en Heaven” – una selezione di sette scultori ed artisti concettuali: S. Caglioti; A.T.Giuffrè; D. Mina; F. Misuraca; T. Prušnik; G. Raffaele; M. Vaccari – a cura di Antonino Labate ed Elmar Elisabetta Marcianò – ed a seguire una summa – “Dal Tormento All’Estasi” – a cura di Antonino Labate, in cui esponevano una selezione di artisti nuovi o presenti nelle edizioni precedenti. In mostra opere di G. Bonaccorso; L. Budano; S. Caglioti; Elmar; A. T. Giuffrè; D. Mina; T. Prušnik; N. Tassone e G. Vizzari. Il cuore della Reggio antica, l’Ipogeo di Piazza Italia in Reggio Calabria, riaperto al pubblico per l’occasione, ha rappresentato il sito d’eccezione per un connubio emozionante e dagli innumerevoli parallelismi. L’operazione è stata resa possibile oltre che dall’Associazione “Liberarchè” promotrice dell’evento, dalla collaborazione sinergica, fattiva e puntuale con l’Amministrazione Comunale, la Sovrintendenza Archeologica, Belle arti e Paesaggio per la Citta Metropolitana di Reggio Calabria e la Provincia di Vibo Valentia ed i vari enti patrocinatori, nonché gli sponsor che hanno sostenuto l’iniziativa. L’altissima presenza di pubblico – oltre novemila le visite, ad ingresso gratuito – ha costituito un successo premiante non solo l’alta qualità del lavoro svolto (progetto, allestimento, critica) nonché le professionalità in campo (artisti e curatori) ma ha testimoniato da un lato il bisogno della cittadinanza di eventi culturali di alto livello ma anche, vista l’elevata presenza di turisti, che Reggio Calabria può inserirsi a pieno titolo nel circuito delle mete turistiche a carattere culturale per la sua offerta d’arte: archeologia o arte contemporanea che sia.
Antonino Labate, curatore e critico d’arte