OMS: contagi da Vaiolo delle scimmie in Nigeria

Lo “Sportello dei Diritti”: turisti e viaggiatori prestino attenzione anche se il rischio di contagio è dichiarato “basso”

Lo scorso 20 settembre 2017, l’OMS ha ricevuto la notifica di una sospetta epidemia umana di vaiolo delle scimmie in Nigeria, e più in particolare nello Stato di Bayelsa. Le indagini di laboratorio sono state condotte da numerosi centri epidemiologici, e nel dettaglio: Centro Nigeriano per il Controllo delle Malattie (NCDC) Laboratorio di Referenza Nazionale, Istituto Pasteur di Dakar e Centro di Collaborazione OMS per gli ortopoxvirus, Centro per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie degli Stati Uniti (US CDC) di Atlanta. Dal 4 settembre al 9 dicembre, sono stati segnalati 172 casi sospetti e 61 casi confermati in diverse parti del paese. I casi confermati dal laboratorio sono stati segnalati da quattordici stati (su 36 stati in totale)/territori: Akwa Ibom, Abia, Bayelsa, Benue, Cross River, Delta, Edo, Ekiti, Enugu, Lagos, Imo, Nasarawa, Rivers e Federal Capital Territory (FCT). I casi sospetti sono stati segnalati da 23 stati/territori che comprendono: Abia, Adamawa, Akwa Ibom, Bayelsa, Benue, Cross River, Delta, Edo, Ekiti, Enugu, Federal Capital Territory (FCT), Imo, Kaduna, Kano, Katsina, Kogi, Kwara, Lagos, Ondo, Oyo, Nasarawa, Niger, e Rivers. La maggioranza dei casi sono di sesso maschile (75%) e d’età compresa fra 21 e 24 anni (età mediana =30 anni). È stato segnalato un decesso in un paziente immunocompromesso che non riceveva terapia antiretrovirale. Si sono verificati cluster di casi all’interno degli stati, tuttavia non esistono evidenze di connessioni epidemiologiche fra stati. Inoltre, i risultati del sequenziamento genetico del virus isolato all’interno degli stati e fra stati diversi, suggerisce l’esistenza di fonti multiple di introduzione del virus nella popolazione umana. Sono in corso ulteriori indagini epidemiologiche. Risposta di sanità pubblica L’NCDC ha disattivato il suo Centro Operativo di Emergenza (EOC) e le attività di risposta saranno coordinate da un gruppo di lavoro tecnico che comprende tutti i partner attivi nella risposta. L’NCDC ha inoltre inviato team di risposta rapida (RRTs) in tutti gli stati in cui sono stati confermati casi ed inoltre fornisce supporto tecnico remoto agli altri stati. Sono in corso le attività di sorveglianza, indagine sui casi e rintraccio dei contatti. Il Sistema di sorveglianza e gestione della risposta alle epidemie (SORMAS) è iniziato il 4 novembre 2017 e viene utilizzato per migliorare la gestione dei dati e la mappatura in tempo reale dei casi e dei contatti. Sono state attivate strutture per la gestione dei casi, incluse unità d’isolamento, in cui viene fornita assistenza palliativa. Gli operatori sanitari hanno ricevuto una formazione sulla gestione dei casi e sono state diffuse informazioni al pubblico relativamente al rischio di vaiolo delle scimmie, tramite i mass media, diffondendo le principali informazioni, utilizzando comunicati stampa e conferenze stampa. Il vaiolo delle scimmie, una zoonosi rara che si verifica sporadicamente nelle aree forestali dell’Africa centrale e occidentale, è causata da un orthopoxvirus che può dare una malattia mortale. Le manifestazioni della malattia sono simili a quelle del vaiolo umano (eradicato nel 1980), tuttavia il vaiolo delle scimmie nelle persone è meno grave. La malattia è auto-limitante con una sintomatologia che generalmente si risolve entro 14-21 giorni. Il trattamento è solo di supporto. Si tratta della prima epidemia in Nigeria dal 1978. Il virus è trasmesso attraverso il contatto diretto con sangue, fluidi corporei e lesioni cutanee/mucose degli animali infetti (ratti, scoiattoli, scimmie, ghiri, scimpanzé, roditori del genere Rhabdomys e altri roditori). La trasmissione secondaria da persona a persona è limitata, tuttavia può verificarsi a seguito di esposizione ad aerosol respiratorio, al contatto con persone infette o con materiali contaminati. Durante le epidemie di vaiolo delle scimmie, il fattore d’infezione più significativo è l’aerosol respiratorio e il contatto diretto con i fluidi corporei, le lesioni cutanee del paziente o gli oggetti quali gli abiti recentemente contaminati dalle secrezioni del paziente o dagli essudati delle lesioni. In assenza di un trattamento specifico o di un vaccino, l’unico modo di ridurre l’infezione nelle persone consiste nell’aumentare le conoscenze delle persone sui fattori di rischio, quali lo stretto contatto con animali selvatici, inclusi i roditori, e nell’educare le persone relativamente alle misure che possono adottare per ridurre l’esposizione al virus. È importante implementare le misure di sorveglianza e l’identificazione rapida dei nuovi casi per contenere l’epidemia. I messaggi educativi di sanità pubblica dovrebbero focalizzarsi sui seguenti rischi:

• ridurre il rischio di trasmissione dagli animali alle persone. Nelle regioni endemiche, le iniziative per prevenire la trasmissione dovrebbero focalizzarsi nell’evitare di consumare o di toccare animali malati o che vengono trovati morti nell’ambiente selvatico. Dovrebbero essere indossati guanti e altri indumenti protettivi appropriati quando si maneggiano animali malati o i loro tessuti infetti;

• ridurre il rischio di trasmissione da persona a persona. Le persone infette da vaiolo delle scimmie dovrebbero essere poste in isolamento e dovrebbero essere applicate misure di prevenzione e controllo delle infezioni nelle strutture sanitarie che ospitano pazienti infetti. Dovrebbero essere evitati i contatti fisici stretti con persone infette da vaiolo delle scimmie fino alla loro guarigione. Dovrebbero essere indossati guanti, maschere facciali e indumenti protettivi durante l’assistenza alle persone malate in qualsiasi luogo siano ricoverate. È importante lavarsi le mani dopo aver assistito o essersi recati in visita da una persona malata. In base alle informazioni disponibili, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, l’OMS raccomanda di non applicare alcuna restrizione ai viaggi o al commercio con la Nigeria o con le aree colpite. Attualmente il rischio che i viaggiatori internazionali vengano in contatto con il vaiolo delle scimmie in Nigeria è basso.

C.S. “Sportello dei Diritti”

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