“Se ti sposo mi rovino” è davvero una commedia d’autore, un testo che strappa tantissime risate ma soprattutto è una pièce che mette in evidenza l’unione di un gruppo di attori abili a catalizzare l’attenzione del pubblico, eccellenti nei tempi e nelle continue entrate in scena. Marco Cavallaro insieme all’Officina dell’arte di Peppe Piromalli e Antonio Malaspina, hanno siglato un altro sold-out ieri sera nella rassegna teatrale messa in programma al teatro “Cilea”, dimostrando agli addetti ai lavori che “il teatro può vivere se si riescono a creare sinergie atte a preservare tutto ciò che di bello e buono ha questa città”. Lo ribadisce a fine spettacolo il “guru” della compagnia Oda, Piromalli entusiasta di aver inserito nel suo cartellone il team di Cavallaro che, con una frizzante commedia, ha davvero inchiodato gli spettatori per oltre due ore. E’ una commedia assai divertente, ricca di battute anche raffinate e profonde. Una serata all’insegna della risata ma anche della riflessione perché Cavallaro, Valentina Tramontana (nei panni della sportiva Amalia), Alberto Barbi (il dongiovanni Franco), Ramona Gargano (la prorompente Melissa), Olimpia Alvino (la golosona Luisa), Ludovica Bei (la manager rampante Camilla) hanno dimostrato quanto amore ci sia dietro un lavoro di scrittura e produzione che non fa venire assolutamente l’idea di eventuali paragoni con altre brillanti e famosi testi. Tutti gli attori in scena, tra continue entrate e forzate uscite, sono sublimi nella loro performance. Il pubblico ride di continuo e si lascia andare in applausi frenetici perché sul palco ci sono davvero “cavalli di razza pura”. Marco Cavallaro si conferma bravissimo e valido nel triplice ruolo di autore, regista e protagonista, vestendo brillantemente i panni del povero maggiordomo Ugo, costretto a sbrogliarsi in un turbinio di bugie e in un divertente gioco di porte che si aprono e si chiudono, da dove compaiono e scompaiono a turno le quattro aspiranti spose che, in realtà, si scoprirà che più che dall’uomo sono attratte dai suoi soldi. In scena, la travolgente Valentina Tramontana che, dalla Capitale, riabbraccia la sua Reggio Calabria e lo fa lasciando trasparire una sana emozione ma anche una bravura di chi il palco lo sa davvero “domare”. Originalità, ironia, astuzia, dinamicità, tempestivi scambi di battute precise ma mai spinte, sono i punti cardini di una sceneggiatura che è riuscita a stregare il Paese da Nord a Sud. Gli attori sono calati nella parte e incorniciano le personalità caratteristiche dei loro personaggi con esilarante espressività. Il pubblico del “Francesco Cilea” è letteralmente stregato da un’esibizione assolutamente perfetta e lo dimostra partecipando al selfie di rito a fine spettacolo con tutto il cast che all’unisono gridano: “Grazie Reggio Calabria, grazie Officina dell’Arte”.
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