Le società del benessere si sono trasformate nelle società del malessere e forse ciascuno è complice nella misura in cui sceglie di prediligere le domeniche ai centri commerciali anziché al parco, preferendo del cibo spazzatura ad una dieta sana, scegliendo un programma trash ad una buona lettura, preferendo un avanzamento di carriera ad una culla piena….
Nella società moderna, dove sembra contare più ciò che si ha che ciò che si è, dove si va di fretta, dove le relazioni umane sono sempre più insoddisfacenti e superficiali, ecco che depressione, ansia, malessere generalizzato e diffuso sono in continuo aumento. Secondo quanto dichiarato dall’Organizzazione mondiale della sanità sono più di 300 milioni di persone ad essere colpite da disturbi mentali. Permettersi costantemente uno psicoterapeuta o uno psicanalista che possa curare o alleviare tali disagi richiede tempo, ma soprattutto denaro, denaro che probabilmente non tutti hanno a disposizione. Ma ecco che grazie allo sviluppo della tecnologia, arriva WOEBOT, un chatbot creato da Alison Darcey il quale, attraverso l’ausilio di Facebook Messenger, risponde a tutte le domande che gli vengono poste, dando, in maniera semplice e immediata, una mano a coloro i quali manifestano bisogno. Collegandosi al sito woebot.io, apparirà infatti un robottino giallo con due occhioni blu e un cuore disegnato sul petto disponibile h 24, sette giorni su sette. Nessuna poltrona, nessuna pastiglia, nessun discorso infantile. Solo tentativi per migliorare l’umore. Un invito a tutti coloro che vogliono intraprendere una simpatica, confortante, innovativa esperienza. Woebot è un’ applicazione che obbedisce alla legge del machine learning. Al momento della registrazione sarà utile nonché opportuno compilare un questionario molto dettagliato in grado di fornire alcune informazioni primarie al sistema e descrivere il proprio stato d’animo almeno una volta al giorno, cosi da permettere a Woebot di fornire aiuto nei casi in cui ritiene necessario farlo. I vantaggi offerti di Woebot consistenti nel servizio gratuito e nell’abbattimento di barriere geografiche e fisiche, trovano però dei limiti nell’assenza del colloquio psicologico con il quale emergono tutte quelle caratteristiche essenziali per la diagnosi di un disturbo mentale come i segnali pertinenti al linguaggio del corpo, le diverse tonalità di voce, la mimica facciale, i movimenti. Inoltre, la mancanza di contatto fisico e di “calore umano” può essere un ulteriore punto a sfavore del robottino e della tecnologia in genere che cerca di sostituirsi all’uomo nei lavori manuali, intellettuali e persino nel campo delicato e complesso della psicologia.
MS