La scuola rischia di allevare degli “psicopatici”

Ormai è da un po’ di tempo che la mia mania personale di osservare tutto ciò che mi circonda, mi porta soprattutto ad esplorare il mondo giovanile e tutto ciò nel quale esso è irrimediabilmente immerso. Non c’è giorno che non ascolti qualcuno, che o per esperienza personale, o per sentito dire, mi racconta un qualche assurdo episodio capitato a scuola a suo figlio, sua figlia, suo nipote ecc. ecc. Episodi diversi ma che per me hanno tutti un filo conduttore che un abile scrittore potrebbe tranquillamente trascrivere nel suo riportare dandogli il titolo di “molestie mentali”. Voglio dire che oggi, se il giovane non accetta di compilare nella sua testa un “modulo prestampato” di pensieri forzati, è matematicamente escluso, umiliato e accusato. Il punto è sempre lo stesso come per altri sistemi, il giovane studente non deve oltrepassare quegli steccati eretti proprio per contenerlo “tra le righe” in cui muoversi in armonia con i mass media, le istituzioni, gli operatori della scuola che ammetto di avere una qualche difficoltà nel chiamarli oggi docenti a dispetto di quel mio personalissimo rispetto della figura storica dell’insegnante. Oggi sul piano sociale la parola obbligata è “accoglienza”, sul piano storico la memoria unica è il “nazi-fascismo”, sul piano sessuale la chiave è tutto ciò che sconfina, contrasta, sfascia la famiglia, la nascita, la differenza dei sessi e dei ruoli in un perverso intreccio di femminismo, sesso libero e omofilia. Chi non si riconosce in questa nuova scuola dell’obbligo ideologico ha un menu fisso di attributi a disposizione, razzista, xenofobo, omofobo, sessista, femminicida ecc ecc. Perciò un qualsiasi giovane che la pensa diversamente, è oggi considerato scorretto di spirito, e dunque finisce diritto nella palestra correttiva, e se non accetta la “rieducazione”, è irrimediabilmente emarginato. Gli episodi che osservo sono diversi e prende spunto anche dai consueti fatti di cronaca e relativi commenti, sbarco di migranti, femminicidio, storie omosex, o peggio, parole proibite. La nuova oscenità non riguarda casomai il fare sesso in luogo pubblico e filmarsi per essere messo in rete, consumare e comprare droga, ma l’aver contraddetto il catechismo di cui scrivo sopra. Il ragazzo che dissente quindi viene isolato, additato al pubblico disprezzo se non si converte o tace, e comunque entra da subito nella classe che a me piace chiamare “differenziale”, come quelle scuole di un tempo, facendolo apparire come un handicappato ideologico con l’unica attenuante, che presumibilmente vive in un ambiente malsano e i suoi genitori saranno di quella brutta razza. Perché naturalmente denunciando il razzismo, s’innesca nei confronti del non allineato un razzismo a rovescio, una vera e propria discriminazione. Se non la pensi come il modulo prestampato e prepensato che ti viene prescritto, sei fuori dalla modernità, dalla democrazia, dall’umanità, dalla cristianità. La nuova scuola è invece tollerante, permissiva davanti alle dipendenze anche patologiche: l’iniziale tossicodipendenza, la tecno dipendenza da smartphone, la porno dipendenza e la sesso dipendenza.  Mi soffermo è penso, ma che ragazzi possano uscire da una scuola e da un sistema che non invita a pensare ma solo ad aderire dentro un mono pensiero preconfezionato, fondato su pregiudizi, categorie a priori fornite già belle e masticate? Che pensiero critico può venir fuori se non si riconosce l’importanza di vedere le cose da più punti di vista, di paragonare culture, storie, civiltà del passato che la pensano in modo diverso?. Solo ebeti che seguono le parole chiave senza mai metterle in discussione. Si, la scuola sta allevando dementi anche perché inculca loro la convinzione che non ci sia nulla da discutere ma tutto sia chiaro e netto, lungo la linea del bene e del male. Poi ci meravigliamo se i ragazzi non pensano, non leggono, non amano la storia, la politica, la filosofia? Perché non c’è nulla da pensare e da scoprire, non ci sono fonti divergenti, esperienze diverse, c’è solo da seguire il kit della buona scuola. Sappiate che una volta cancellata l’attività del libero pensiero, quel che resta è tuffarsi nella realtà che viviamo, ovvero cuffie, bevute e tatuaggi, cannabis e selfie. Mi rincuora comunque che per fortuna alcuni ragazzi mantengono zone di resistenza, non si sottomettono al Dominio, e lo stesso vale per alcuni docenti. Ma vanno contro il proprio tempo, controcorrente, o devono nascondersi, vergognarsi di come la pensano. Uno degli effetti collaterali di quest’ allineamento servile alla Buona Scuola, è che poi le menti più sconnesse reagiscono sposando la linea maledetta, scrivendolo sui muri, insultano, e covando idee di rivolta del sistema. Così i ragazzi che pensano con la propria testa vengono assimilati a questi psicolabili che reagiscono con la violenza al catechismo della buona scuola. Il risultato quindi è lo stesso, la scuola alleva dementi, in gran parte sedati e incistati nei loro telefonini, in piccola parte violenti e ribelli. Ma dementi. La Buona Scuola si allinea alla Buona Tv e ai Buoni Genitori e vedete che porcheria produce. Per finire, non ci rimane che ribellarsi, fare mezzo secolo dopo un ’68 capovolto, pensando, credendo, comunicando, non e non sfasciando, perché in questo caso, saremo anche noi figli della demenza che è solo da combattere.

Gattuso Maurizio Domenico

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