Tra l’Opera dei pupi, il Canto a tenore, la Dieta Mediterranea, l’Arte del violino a Cremona, le macchine a spalla per la processione e la vite ad alberello di Pantelleria, anche la pizza è stata iscritta nella Lista del patrimonio immateriale dell’Unesco. Lo ha annunciato il Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Maurizio Martina su Twitter. E’ stata proprio l’arte del pizzaiolo napoletano ad essere stata valutata come il settimo “tesoro” italiano, riconoscendo la creatività alimentare della comunità napoletana come unica al mondo. Grande soddisfazione dunque per i pizzaiuoli napoletani, a tal proposito Sergio Miccù, il presidente dell’associazione “Pizzaiuoli napoletani”, che è stato proprio tra i promotori della richiesta del riconoscimento, ha affermato: “Un lungo lavoro che l’associazione porta avanti da anni. Il riconoscimento corona un nostro sogno e un impegno costante”. Anche Raffaele Biglietto: “Accogliamo con gioia la notizia del riconoscimento che dà valore alla nostra scelta di organizzare a Napoli una fiera interamente dedicata al pizzaiuolo: Tutto pizza, che intende valorizzare tale figura per il suo aspetto culturale e l’indotto economico che è capace di generare”. Per Attilio Albachiara, presidente dell’associazione “ManiD’oro” si tratta di “una grande soddisfazione per l’intera categoria”. Tutto questo reso possibile anche dal fatto che la passione per la pizza è mondiale, gli americani sono i maggiori consumatori con 13 chili a testa, mentre gli italiani guidano la classifica in Europa con 7,6 chili all’anno.