La rivoluzione è avvenuta ed è partita da Reggio Calabria. La misura di straordinaria e temporanea gestione delle imprese colpite da interdittiva fa parte del nuovo Codice antimafia, pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 4 novembre; una previsione normativa ispirata dal sindaco Falcomatà al fine di bilanciare le esigenze di legalità, pubblica sicurezza e tutela dei livelli occupazionali. Infatti, il 30 agosto 2016 il Consiglio comunale della nostra città, su iniziativa della maggioranza di centrosinistra, ha approvato un documento con il quale dichiarava “la propria volontà di tutelare i livelli occupazionali dei lavoratori le cui ditte sono state colpite da interdittive antimafia, nonché la continuità di opere, funzioni e servizi, nei casi tassativamente previsti dalla legge e attraverso la nomina di commissari prefettizi”. Nello specifico, la nuova normativa prevede che il provvedimento che dispone l’amministrazione giudiziaria ex art. 34 o il controllo giudiziario, sospende gli effetti previsti dall’articolo 94 del preesistente Codice antimafia, in particolare laddove prevede che Enti e Stazioni appaltanti “non possono stipulare, approvare o autorizzare i contratti o subcontratti, né autorizzare, rilasciare o comunque consentire le concessioni e le erogazioni”. Si tratta dell’estensione di una previsione di legge già presente nel precedente Codice antimafia, anche ai casi di esecuzione “non indefferibile”, che si traduce in un passaggio determinante per preservare i posti di lavoro dei dipendenti di imprese colpite da interdittive antimafia. Pertanto, nessuno sconto a chi viola la legge, ma salvaguardia e difesa dei lavoratori che, incolpevolmente, si ritrovano a prestare la propria opera per aziende infiltrate. L’amministrazione comunale ha così voluto lanciare un importantissimo appello, accolto dal Parlamento: in determinate realtà pervase dal fenomeno mafioso, è essenziale che non passi il messaggio per cui la mafia dà lavoro e lo Stato lo toglie. Lo è ancora di più a Reggio, città in cui ogni singolo posto di lavoro va difeso strenuamente.