In Svizzera, per ragioni storiche, ad essere tesi e caratterizzati dalla diffidenza non sono tanto i rapporti fra intelligence e magistratura, quanto fra intelligence e popolazione. È questa la specificità sottolineata da Pierluigi Pasi, Ministero Pubblico della Confederazione Elvetica e Procuratore capo Federale dal 2003 al 2015, nel corso del dibattito tenutosi a Lugano, in occasione della presentazione del libro di Mario Caligiuri “Intelligence e magistratura. Dalla diffidenza reciproca alla collaborazione necessaria”. Il volume ripercorre le tappe che nei decenni hanno caratterizzato in Italia il rapporto tra i due organi dello Stato, come pure le difficoltà nel dialogo e nella collaborazione tra soggetti che hanno metodi e finalità diverse. Alla discussione, moderata dal giornalista Mattia Pacella, ha preso parte anche il Comandante della Polizia di Lugano Roberto Torrente, che ha sottolineato il ruolo centrale della polizia locale e di un’intelligence ascendente, una “citizen intelligence” come l’ha definita Caligiuri, per meglio tutelare la sicurezza dei cittadini. Caligiuri, che è il Direttore del Master in Intelligence dell’Università della Calabria ha poi richiamato l’attenzione sul controllo della rete quale dimensione importante del conflitto tra Stato, terrorismo e criminalità organizzata, e ha anche ricordato come, nonostante dei servizi d’intelligence si tenda sempre a parlare in termini negativi, essi ricoprano una funzione indispensabile e imprescindibile di fronte alle minacce odierne. La serata è stata organizzata dal Centro Studi SPACE di Lugano in collaborazione con l’Associazione Amici delle Forze di Polizia Svizzere, Oltrefrontiera e il Laboratorio sull’Intelligence dell’Università della Calabria. La manifestazione è stata aperta dai saluti del Presidente del Centro Studi Stefano Piazza e di Alessandro Galimberti, Presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia.
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