Ripetuti episodi sulle rive del Lago perchè i truffatori approfittano della vicinanza alla Svizzera
Attenzione al raggiro sulle rive del lago di Como. All’improvviso il bel capoluogo nel nord della Lombardia si sta rivelando una tra le città nelle quali la truffa è dietro l’angolo ed in questi mesi, secondo quanto riportato da numerosi articoli sulla stampa elvetica, si sta rivelando tra le più esposte a mega frodi. L’ultimo caso dopo i 650mila euro in diamanti soffiati a una coppia di gioiellieri spagnoli, quella del nano nel mobile, vittime rispettivamente un cittadino austriaco, che ha venduto orologi per 160mila euro ottenendo in cambio banconote false, quindi un tedesco, salvato in extremis dall’intervento dei militari dell’Arma.
Poi da quella da 400mila euro con i Bitcoin che ha visto frodati due bielorussi, giunti a Como a quella del “reap-deaf” per diverse centinaia di migliaia di euro per l’acquisto di immobili, l’ultima ad essere stata segnalata oggi è stata quella di un facoltoso ottantenne svizzero. L’uomo è stato alleggerito di ben 200mila franchi in contanti da tre truffatori professionisti riusciti a rifilargli l’equivalente in euro… falsi.
I truffatori, per quanto riferito dalla stampa locale, hanno attirato nella trappola il pensionato, che arrivava dal lucernese, fingendosi intenzionati ad acquistare una villa di pregio che l’anziano aveva messo in vendita. Teatro della truffa è stato un hotel della zona del lungolago di Como. Qui l’ottantenne a bordo della sua Ferrari, accompagnato dal figlio, è arrivato convinto di concludere la vendita della sua villa vista lago con i sedicenti acquirenti. I primi contatti erano già avvenuti e le due parti si erano accordate sulla cifra finale per l’acquisto della villa.
I truffatori, però, avevano avanzato un’altra richiesta: cambiare della valuta. Avrebbero spiegato al facoltoso pensionato che per il buon esito delle trattative avrebbero avuto bisogno di 200mila franchi svizzeri in contanti, così da essere in grado di pagare i primi lavori di ristrutturazione della casa.
Spiegando le difficoltà nel cambiare in così breve tempo la grande somma di denaro, hanno chiesto al pensionato di arrivare alla trattativa con i 200mila franchi che avrebbe dovuto cedere per l’equivalente in euro, più una piccola percentuale per il disturbo. Un doppio affare, insomma, che si è rivelato una doppia fregatura. Una valigetta piena di euro veri è stata effettivamente mostrata all’uomo, che ha anche avuto il tempo di controllare e contare il denaro.
Peccato che, dopo aver terminato, l’anziano si sia trovato in mano altro. Al momento dello scambio, la ventiquattrore piena di euro veri è stata appoggiata accanto a un mobiletto dentro il quale, probabilmente, si nascondeva un complice che ha sostituito le valigette.
Un trucco ormai noto, che, purtroppo, continua a mietere vittime. Oltre al danno anche la beffa. Perché il pensionato, con gli euro ricevuti, ha cercato di pagare l’hotel nel quale aveva soggiornato. Solo in quel momento si è scoperto che il denaro era falso. Insomma, per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, la vicinanza al confine svizzero è una delle cause per le quali le autorità giudiziaria e le forze di polizia dovrebbero innalzare i livelli di guardia per evitare che questi furbi malintenzionati perseverino con artifizi e raggiri per spolpare vittime convinte di fare succulenti affari.
c.s. – Giovanni D’Agata – Sportello dei Diritti