Calcolo TARI, il Ministero dell’Economia e delle Finanze riconosce l’errore dei Comuni

Su sollecitazione delle Associazioni dei Consumatori e degli Utenti, il Ministero dell’Economia e delle Finanze, Dipartimento Finanze, si è appena espresso con apposita circolare, chiarendo i termini della corretta applicazione della tassa dei rifiuti (TARI) 2014-2017. Il Mef, pur riconoscendo gli errori di calcolo commessi dai Comuni per la parte variabile applicata alle pertinenze, che va calcolata una sola volta, invece di dare disposizione agli stessi Comuni di procedere in automatico alla restituzione degli importi non dovuti, scarica sugli stessi cittadini l’onere della verifica del calcolo e della eventuale richiesta di rimborso delle somme pagate e non dovute. A ciò si aggiunge l’incertezza del numero di Comuni incorsi nell’errore di calcolo della Tari considerato che lo stesso MEF, nella citata circolare, osserva che: “ … i regolamenti comunali di disciplina della Tari in molti casi non contengono un’espressa e univoca previsione in ordine alle concrete modalità di calcolo della tassa nell’ipotesi di cui si tratta, potendosi manifestare l’errore in sede di applicazione degli atti regolamentari ai fini dell’emissione degli inviti di pagamento che specificano le somme dovute per ogni utenza. Qualora, peraltro, i comuni abbiano adottato disposizioni il cui contenuto si rilevi difforme rispetto ai criteri di calcolo in questa sede chiariti, si invitano gli stessi a procedere ai necessari adeguamenti delle proprie previsioni regolamentari”. Federconsumatori, dal livello nazionale a quello regionale, sollecita ancora l’Anci ad un confronto sul tema dei rimborsi e ad avviare un percorso che porti alla riduzione dei costi di gestione, all’uniformità delle tariffe ed al miglioramento della qualità del servizio. Per Mimma Iannello Presidente di Federconsumatori Calabria “E’ necessario un urgente confronto con l’ANCI Calabria. I chiarimenti resi dal MEF sono inaccettabili ed hanno il sapore della beffa per i tanti cittadini onesti, in regola con i tributi locali e che hanno pagato in taluni casi somme esorbitanti per il servizio di Tari. Occorre, non solo facilitare l’azione di rimborso ed offrire una mappatura completa dei Comuni interessati, ma prevedere ogni ipotesi di blocco al rialzo del tributo che i Comuni penseranno di adottare dal 2018 per compensare il minore gettito di entrate in bilancio in applicazione della corretta tariffa. Inoltre, è inderogabile costruire una griglia uniforme di garanzie e trasparenza sui regolamenti comunali, sui costi minimi del servizio e sugli standard di qualità. E’ inammissibile il far west delle tariffe da Nord a Sud del Paese e della stessa regione”. Ogni giorno sono numerose le telefonate che giungono alle sedi dell’Associazione. E’ necessario che verso i cittadini giunga ogni chiarimento che li aiuti a districarsi sul terreno complicato dei tributi. Proprio per questo, presso gli sportelli di Federconsumatori, è possibile ricevere ogni chiarimento precisando già che, gli anni di riferimento vanno dal 2014 (anno di entrata in vigore della Tari: art.1, comma 639, L 147/2013 quale componente dell’imposta unica comunale IUC) sino al 2017 e che sono interessati alle domande di eventuale rimborso, ai Comuni o al soggetto gestore del servizio rifiuti, i contribuenti che hanno già pagato il tributo ed occupanti utenze con annesse pertinenze. Il tempo di prescrizione è di 5 anni e la richiesta di rimborso, laddove sussistano le condizioni, è applicabile solo alla Tari e non alla TARSU (tassa per lo smaltimento dei rifiuti) che non prevedeva nelle modalità di calcolo, salvo eccezioni, il calcolo della tariffa in quota fissa e variabile. Inoltre Federconsumatori rende noto che presso le proprie sedi provinciali, è possibile ritirare il modello di mandato di rappresentanza a Federconsumatori e di pre-adesione alle iniziative che la stessa metterà in campo ad ogni livello per la restituzione delle quote indebitamente pagate.

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