Reggio Calabria, la città con la Tari più alta

TARI: cresce del 2% la media nazionale del costo della tariffa per le famiglie tipo di 3 componenti e del 14% per quelle mononucleari. Catanzaro fra i capoluoghi di Regione più cari Reggio Calabria resta la città dove costa di più il servizio. Il servizio comunale della raccolta dei rifiuti Tari (prima Tares e poi Tarsu) registra un progressivo aumento delle tariffe a cui non sempre corrisponde un miglioramento della sua qualità. Inoltre, non sono pochi i dubbi dei cittadini sull’effettiva trasparenza del ciclo dei rifiuti e sul corretto conferimento in discarica, allo smaltimento, stoccaggio e recupero. Eppure, sono proprio i cittadini-utenti (il 93% degli italiani la considera utile), a sollecitare i Comuni al rispetto di requisiti appropriati di efficienza, qualità, sostenibilità sociale e ambientale del servizio di raccolta dei rifiuti e sulla differenziata. Manca quasi ovunque il corretto rapporto tra il costo di produzione del servizio, la produzione di rifiuti e la tariffa applicata alle famiglie. Da Nord a Sud emergono realtà differenziate sulla qualità del servizio e suoi costi. Ancora troppi rifiuti finiscono in discarica e con pratiche illegali o compiacenti. Federconsumatori, proprio in concomitanza con l’inizio della “Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti”, ha pubblicato l’11° Report Nazionale 2017 su “Servizi e tariffe dei rifiuti”. Prende infatti il via, la Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti incentrata sul tema: “Diamo una seconda vita agli oggetti”. Un invito ai cittadini al riciclo ed al riuso per ridurre la produzione di rifiuti e preservare l’ambiente. Un invito che Federconsumatori fa suo da anni con il motto dell’anti-spreco e delle 3R: recupero, riciclo, riutilizzo. Gli obiettivi a livello europeo fissano il 60% di riciclo dei rifiuti urbani per il 2025 e il 65% entro il 2030. L’Italia è ancora indietro nella crescita del sistema di riciclaggio dei rifiuti: la Basilicata è ferma al 31%, la Puglia al 30%, il Molise e la Calabria al 25%, la Sicilia addirittura al 13%. Nonostante la crescita proceda lenta, l’approccio degli italiani nei confronti della raccolta differenziata è più responsabile: il 91% dichiara di farla abitualmente. Ma seppure aumenti l’attenzione delle famiglie italiane verso il riciclo ed il riuso, tale tendenza non si rispecchia nell’andamento dei costi: dall’11° Report Nazionale su “Servizi e tariffe dei rifiuti” a cura di Federconsumatori, emerge che la spesa media annua che una famiglia tipo, composta da tre componenti in un appartamento di 100 metri quadri ha sostenuto nel 2017, è di 321,96 Euro annui, pari al 2% in più rispetto al 2016 (anno in cui la spesa è stata di 317,04 Euro). Ancora più evidente è la variazione registrata per una famiglia mononucleare in un appartamento di 60 metri quadri: nel 2017 ha speso 145,93 Euro, contro i 129,98 Euro del 2016, con un aumento del 14%. Indicativi, in tal senso, risultano i dati raccolti a livello territoriale: prendendo in considerazione sia il nucleo familiare composto da tre persone (in appartamento da 100 metri quadri), sia quello mononucleare (in appartamento da 60 metri quadri) emerge che nel Sud e nelle Isole si paga la tariffa più alta, seguite dal Nord Italia e, infine, dal Centro. Volendo stilare la classifica delle città più care, emerge che il primo posto è occupato da Cagliari con 549,09 Euro, Napoli con 448,23 Euro e Genova con 378,27 Euro. Le città in cui la tariffa risulta meno onerosa, invece, sono Trento, dove la famiglia tipo (tre componenti, 100 mq appartamento) spende mediamente 183,99 Euro, seguono in ordine Potenza con 218,02 Euro, Catanzaro con 254,93 Euro e Campobasso con 257,59 Euro.  La Città Metropolitana di Reggio Calabria conferma la tariffa fra le più alte nazionali con oltre 465,00 euro (2015). Per una famiglia mononucleare in un appartamento di 60 mq, la spesa più alta è sostenuta sempre a Cagliari con 235,11 Euro, seguita da Napoli con 218,45 Euro e da Roma con 175,53 Euro; quella più bassa, invece, si rileva a Potenza con 79,89 Euro, seguita da Trento con 86,05 Euro e da Firenze con 112,88 Euro. Appare evidente la necessità di definire una governance nazionale, attuando la piena operatività dell’Autorità per l’Energia nel settore. Si tratta di un’operazione fondamentale per ridurre il divario esistente a livello territoriale, sia in relazione ai costi che alla gestione del riciclo, per un nuovo modello di sviluppo che miri a ridurre il volume dei rifiuti attraverso una pianificazione partecipata e condivisa con i cittadini. Come avvenuto nel settore idrico, l’Authority dovrebbe disporre una griglia per armonizzare le tariffe, rendendole conformi agli standard e confrontabili tra loro. Da Nord a Sud. Intanto, la Presidente di Federconsumatori Calabria Mimma Iannello, in una nota ufficiale, ha chiesto al neo Presidente dell’ANCI Calabria Gianluca Callipo, un urgente incontro finalizzato ad aprire un confronto di merito sulla complessità delle problematiche riguardanti i servizi locali, la loro qualità ed i loro costi, la loro equità e sostenibilità sociale, finanziaria ed ambientale, la morosità scaricata sui cittadini onesti, la trasparenza e legalità, nonché, le iniziative di informazione verso i cittadini a partire dall’uso cogente della Carta dei Servizi.  Un’esigenza di confronto resa ancor più impellente dopo quanto stabilito dalla recente sentenza della Cassazione, Sez. Tributaria, che ha ritenuto legittimo il diritto alla riduzione dell’imposta nel caso in cui si subiscano disfunzioni, protratte nel tempo, del servizio pubblico di raccolta. Per la Presidente Mimma Iannello si tratta di “una sentenza che convalida il principio secondo il quale i cittadini devono pagare per un servizio solo se questo viene effettivamente erogato entro standard di qualità, efficienza e trasparenza”.

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