Consegnato uno stabile confiscato in via Possidonea al Consorzio Macramè
Si è chiuso con la consegna di uno stabile della confisca Campolo, ubicato in via Possidonea, acquisito al patrimonio della Città Metropolitana di Reggio Calabria e da oggi destinato al Consorzio Macramè, il primo workshop sui beni confiscati organizzato dal Comune di Reggio Calabria. La seconda ha giornata del workshop, realizzato dall’Amministrazione Falcomatà in collaborazione con Anci, Agenzia Nazionale per i beni Sequestrati e Confiscati, Università Mediterranea e Ordine dei Commercialisti, ha acceso i riflettori sulle buone pratiche applicate nella filiera dei beni confiscati usati a scopi istituzionali o sociali. La prima sessione mattutina si è aperta con la descrizione delle esperienza reggina, con le relazioni del Presidente della Commissione comunale Statuto e Regolamenti Demetrio Martino, della Dirigente del Settore Risorse Umane e Patrimonio Collettivo del Comune di Reggio Calabria Carmen Stracuzza, della PO dello Staff Sindaco del Comune di Reggio Calabria Eleonora Albanese e del responsabile del Pon Metro del Comune di Reggio Calabria Tommaso Cotronei, che hanno illustrato le modalità di gestione della filiera dei beni confiscati acquisiti al patrimonio del Comune di Reggio Calabria e destinati alle associazioni attraverso il nuovo portale dedicato bcc.reggiocal.it. La seconda parte della mattinata è stata invece dedicata al forum tra le Città del Mezzogiorno, con la presenza del Sindaco di Napoli Luigi de Magistris, del sindaco di Messina Renato Accorinti, del sindaco di Taurianova Fabio Scionti, del vicesindaco di Catania Enzo Bianco e del sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, reduce dall’audizione alla Camera dei Deputati, tenutasi nella giornata di ieri, proprio sul tema dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Bene comune, rigenerazione, condivisione. Queste le parole d’ordine del confronto tra i primi cittadini, che hanno avuto modo di relazionarsi sul tema della legalità, nelle sue applicazioni amministrative, che vanno dal riutilizzo dei beni confiscati a scopi abitativi, con l’housing sociale promosso a Napoli, Messina e Reggio Calabria, alla condivisione del patrimonio collettivo, attraverso la collaborazione con le realtà sociali più attive sul territorio. Proprio alla rigenerazione urbana dei beni confiscati alla criminalità organizzata si è concentrata la relazione pomeridiana del Professore Ottavio Amaro, in rappresentanza dell’Università Mediterranea, che ha illustrato i contenuti del progetto “La morte del minotauro”, realizzato a Reggio Calabria dal Laboratorio Landscape in Progress. Dopo di lui gli interventi conclusivi del Responsabile Area Relazioni Internazionali, Sicurezza, Legalità e Diritti Civili, Territorio Infrastrutture, Ambiente e Protezione Civile di Anci Antonio Ragonesi e di Davide Pati della Presidenza Nazionale di Libera Asssociazioni, nomi e numeri contro le mafie. «E’ stata una due giorni intensa e carica di stimoli e suggestioni – ha commentato il sindaco Falcomatà a margine del workshop – l’esperienza avviata a Reggio Calabria sul tema dei beni confiscati è ormai diventata un punto di riferimento in ambito nazionale, in un settore complicato che siamo riusciti a trasformare in risorsa fondamentale per lo sviluppo della nostra terra. Vedere stabili confiscati, chiusi da anni, ritornare in vita attraverso i progetti promossi dalle associazioni, è un segno di rinascita e di speranza molto importante per la nostra Città. Ringrazio i tanti relatori, gli amministratori dei Comuni della Città Metropolitana, i rappresentanti delle associazioni, i funzionari comunali, gli studenti universitari, che hanno partecipato attivamente e con grande entusiasmo al workshop promosso dall’amministrazione comunale reggina. E’ evidente che su temi come questo, una volta innescato il processo, non si torna più indietro. Ed oggi possiamo affermare con orgoglio di aver raggiunto obiettivi importanti che ora vanno valorizzati e sviluppati, sempre di più, attraverso il confronto e la partecipazione dei cittadini e delle associazioni».