A conclusione di articolate indagini condotte dalla fornire assistenza a due anziani coniugi incapaci di badare a loro stessi, a lei affidati per vigilanza e custodia, approfittando delle loro condizioni di minorata difesa ed abusando di relazioni di prestazioni d’opera e di ospitalità, poneva in essere nei confronti dell’anziana vittima in particolare maltrattamenti fisici e psicologici. La segnalazione veniva fornita alla Squadra Mobile livornese da alcuni operatori sanitari di una cooperativa di assistenza domiciliare che, per due ore al giorno, si occupavano dei due anziani, di 85 e 89 anni, affetti da malattie degenerative e cognitive. I predetti operatori riferivano di aver notato, sul corpo della donna, ecchimosi e segni presumibilmente ricollegabili a maltrattamenti posti in essere ai suoi danni. Venivano attivate immediate indagini, anche con l’installazione di telecamere all’interno dell’appartamento dei due anziani, che hanno permesso di acclarare le pesanti condotte maltrattanti poste in essere dalla badante di origine rumena che da oltre due anni accudiva i due coniugi privi di parenti che potessero prendersi cura di loro. In tale contesto, la badante, con coscienza e volontà, approfittando della loro condizione fisica e psicologica, sottoponeva, soprattutto l’anziana donna, ad una serie di sopraffazioni e vessazioni in modo abituale. Le sue condotte finivano per mortificare la vittima, e consistevano in continue sgridate, rimproveri e violenze fisiche, umiliazioni, spinte, sputi, tirate di capelli, schiaffi, pugni, offese avvilenti, sotto gli occhi del marito infermo, che terrorizzato, non era in grado di porre in essere alcuna reazione, rimanendo in silenzio per paura di ritorsioni anche nei suoi confronti e costringendolo a sentire ed a vedere tutto ciò che veniva fatto alla moglie disabile, conscio di non poter fare niente, e sapendo altresì che senza l’aiuto della badante non poteva accudire né la moglie, né tanto meno se stesso. La badante ripeteva continuamente all’anziana, oltre ad altre pesanti offese, di essere un “seme di drago”, intercalare usato per definire, in senso dispregiativo, il comportamento dell’anziana. Scattate immediatamente le indagini, in data 11.11.2017, per ordine della Procura della Repubblica di Livorno, la badante è stata pertanto sottoposta alla misura cautelare dell’allontanamento dall’abitazione dei due anziani, con l’obbligo di non avvicinarsi a loro ed ai luoghi da essi frequentati e gli stessi venivano affidati alle cure di un amministratore di sostegno, che provvedeva immediatamente a rimpiazzare la badante con altro personale idoneo a prendersi cura dei due coniugi. Le indagini non sono ancora completate.
fonte — http://questure.poliziadistato.it/Livorno