Nico D’Ascola (Ap): “Abbiamo un arsenale sanzionatorio, in tema di corruzione, unico in tutto il mondo occidentale”

“In questi anni abbiamo assistito al naufragio puntuale di tutte le aziende sottratte ai clan che finivano sempre in procedure fallimentari”. Lo ha dichiarato Nico D’Ascola  presidente della Commissione Giustizia del Senato in un’intervista rilasciata a L’ Avvenire di Calabria. “Abbiamo introdotto delle disposizioni tendenti al mantenimento dei livelli occupazionali. L’idea è che lo Stato deve giocare una partita importante su questi territori. Abbiamo rivoluzionato la figura dell’amministratore giudiziario: saranno funzionari pubblici, altamente specializzati in ambito gestionale”. Sulle misure di prevenzione e i reati contro la Pubblica Amministrazione, il presidente ha aggiunto: “Va premesso che le misure di prevenzione sono già applicate nei confronti dei reati contro la Pubblica Amministrazione. Mi riferisco al “vecchio” Codice Antimafia: tali misure sono applicabili a questi reati purchè “reiterati”. Tra le novità nel testo alla Camera veniva eliminato questo aspetto peculiare. Noi crediamo che questo sia sbagliato: le misure di prevenzione richiedono un giudizio di pericolosità sociale e questo naturalmente implica una pluralità di condotte. La nostra ipotesi, poi approvata, è quella di renderla applicabile in caso di associazione a delinquere finalizzata a tali delitti”. Sui provvedimenti di scioglimento dei comuni per mafia, D’Ascola  ha evidenziato: “Sono convinto che bisogna intervenire per modificare questa Legge. Quando si scioglie un comune per mafia lo si fa per ripristinare la democrazia. Su questo versante si deve dire, con estrema chiarezza, che spesso questa contiguità non debba presupporre il coinvolgimento diretto ed esclusivo della parte politica. La Legge ha due carenze: la prima consiste nella necessaria introduzione di una misura sanzionatoria nei confronti dei dirigenti e dei funzionari degli uffici coinvolti. La seconda è la possibilità di fissare delle misure intermedie di commissariamento: perché non immaginare, per i casi meno gravi, una sorta di amministrazione controllata che affianchi il comune per bonificarlo? Per fare ciò servono corpi dello Stato capaci di stare, tutti i giorni, sui territori”. Infine, il presidente ha evidenziato: “Abbiamo un arsenale sanzionatorio, in tema di corruzione, unico in tutto il mondo occidentale. Purtroppo mancano quelle stanze di compensazione che prevengano i fenomeni corruttivi.  Col rischio di “scaricare” tutto sul tavolo del Procuratore della Repubblica”.

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