“Quando nel 2013, dopo un tormentato iter legislativo, venne approvata dal Consiglio Regionale la nostra proposta di legge, ampiamente concertata con le Associazioni di Categoria, recante Norme per i Servizi Educativi per la Prima Infanzia, che andava a dotare la Regione Calabria, dopo ben 38 anni, di una disciplina moderna del Settore, finalmente adeguata ai bisogni delle famiglie calabresi, non avremmo mai immaginato che dopo oltre 4 anni dalla sua entrata in vigore, quella legge, ritenuta da tutti così importante, sarebbe stata ancora in gran parte inattuata, con le gravi conseguenze che continuano ad essere patite da centinaia di asili calabresi”. E’ quanto afferma Candeloro Imbalzano, già Presidente della Commissione “Bilancio, Attività Produttive e Fondi Comunitari” del Consiglio Regionale, che di quella normativa fu ispiratore, proponente e tenace sostenitore nelle Commissioni ed in Consiglio. “Una legge che metteva al centro della propria missione la famiglia e soprattutto le donne, protagoniste, rispetto agli anni ’70, di un nuovo ruolo nella società calabrese. Essa prevedeva all’art. 10 un Regolamento di Attuazione che conteneva le migliori esperienze delle Regioni più avanzate del Paese nel comparto dei servizi sociali, faticosamente approvato il successivo 23.9.2013, e che permise alla Regione Calabria l’acquisizione da parte del Governo di ben 61 milioni di Euro, da destinare per circa 25 milioni ad iniziative a favore degli Anziani e per circa 35 milioni agli asili per la prima infanzia calabresi”, continua Candeloro Imbalzano. “Ad oggi, la Giunta Regionale non ha approvato il Piano Triennale Regionale, strumento decisivo per la definizione dei criteri di programmazione di questi servizi, impedendo di fatto la valorizzazione del rapporto – indispensabile ed ampiamente previsto tra gli obiettivi della legge – tra Enti Pubblici e Privato Sociale, presupposto più che necessario per il salto di qualità auspicato nel Settore” aggiunge ancora l’ex Presidente Imbalzano. “Il risultato di queste dimenticanze e di questa mancanza di attenzione, al di là della inadeguatezza progettuale e del lassismo registrato in tanti Comuni che rimangono soggetti importanti nel settore, è stato lo scarso utilizzo di questi 61 milioni di euro da noi fortemente stimolati per anziani ed asili calabresi, con il grave rischio ormai che una parte assai cospicua di queste risorse è destinata ad essere sottratta ai bisogni dei calabresi. Tant’è che una delle conseguenze inevitabili è stata la riduzione nei giorni scorsi di ulteriori 1,2 milioni di euro destinati agli asili che accolgono bambini da 0 a sei anni”, continua ancora Candeloro Imbalzano. “Alla luce di questo quadro allarmante, auspichiamo che nelle prossime settimane venga convocato dall’Assessorato e dal Dipartimento competente un tavolo tecnico con le Associazioni di Categoria che da tempo ne hanno fatto richiesta, per valutare il livello di attuale della legge ed individuare le iniziative da assumere urgentemente per ovviare ad una situazione di assoluta precarietà e che ha messo decine di titolari di asili ormai nella condizione di dover chiudere le proprie strutture”, conclude Candeloro Imbalzano.