Nico D’Ascola (Ap): “Dobbiamo rimettere in moto la piccola economia”

“La crescita economica può verificarsi nel Mezzogiorno con maggiori possibilità di successo di quanto possa venire al Nord del Paese proprio perché al Sud c’è tale povertà che la crescita è più facile perché è tutto da ricreare”. Lo ha dichiarato il presidente della Commissione Giustizia del  Senato Nico D’Ascola intervistato dall’Agenzia Dire. “La crescita economica non dipende da un capriccio, ma da una sapiente opera degli amministratori regionali, degli enti locali, dei Comuni, grazie alla capacità di selezionare le cose che sono più utili. Gli interventi mirati – ha aggiunto D’Ascola – vanno preceduti da un’attenta analisi di ciò che effettivamente serve per produrre ricchezza. Su questo versante la Regione Campania (+2.4%) leggendo il report Svimez ha fatto le cose migliori. La Calabria si è fermata al (+0.9%). Il problema quindi è quello di individuare gli interventi più utili ed evitare finanziamenti a pioggia che sono niente altro che una perdita secca di denaro pubblico. Dobbiamo rimettere in moto la piccola economia, quella molto diffusa, legata anche agli aiuti comunitari dell’Europa, che però vanno rivisti nelle modalità di erogazione. Spesso – ha sottolineato D’Ascola – finiscono a chi i soldi li ha già, ad imprese di grandi dimensioni e con risorse patrimoniali consistenti”. Altro tema  è quello dello spopolamento che si associa al rischio povertà.  Sul punto il presidente ha evidenziato:” Se la gente non trova nulla nei propri contesti territoriali, le risorse per una vita dignitosa, è portata ad andare via. Questo congiuntamente anche ad altri fattori, quali la mancanza di infrastrutture di collegamento. Penso ai piccoli centri rurali della Calabria e ai borghi contadini. Ma i rischi di spopolamento sono evitabili così come è possibile favorire un incremento occupazionale e di attività economiche. Recentemente – ha ricordato il presidente – in un piccolo paesino dell’Aspromonte, Canolo (RC), abbiamo inaugurato un ‘agriasilo’ pensato con l’idea di fare abituare e innamorare i più piccoli al contesto in cui si nasce, in questo caso la campagna. Un “piccolo esempio” che spiega che è possibile avere una vita dignitosa e preferibile anche rispetto alle grandi metropoli o i centri urbani, dove spesso chi parte dalla campagna va a finire magari nelle periferie. Con l’utilizzo dell’agricoltura e dell’istruzione, invece, si può  produrre reddito e quindi economia. E dall’esperienza dell’agriasilo si può partire per pensare di creare anche nuova occupazione giovanile, con insegnanti, pedagogisti, assistenti sociali. Tutto va accompagnato, però, da una serie di interventi strutturali di collegamento. Per arrivare a Canolo – ha dichiarato il D’Ascola – abbiamo dovuto utilizzare un fuoristrada e questo non va bene. Ecco quindi le due cose: programmazione intelligente degli interventi da parte delle istituzioni e valorizzazione delle risorse della propria terra. Due elementi – ha concluso il presidente – che potrebbero invertire la tendenza allo spopolamento e alla povertà “.

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