Washington 21:00 – L’affaire Russiagate sta prendendo piede e consistenza. Come riporta Ansa.it Paul Manafort, l’ex capo della campagna elettorale di Trump indagato nel Russiagate, si è presentato nella sede dell’Fbi di Washington. Anche Rick Gates, ex socio di Paul Manafort, si è consegnato all’Fbi nell’ambito delle indagini sul Russiagate condotte dal procuratore speciale Robert Mueller. Secondo le accuse, Manafort ed il suo ex socio Rick Gates avrebbero cospirato contro gli Usa in un periodo compreso tra il 2006 e il 2017. Quindi non tutti gli episodi contestati sono di ‘anni fa’, come invece aveva twittato Trump, il quale aveva detto che le accuse risalgono ad un periodo anteriore al suo coinvolgimento nella sua campagna. Fra le varie accuse apparirebbe anche l’evasione fiscale, infatti sui conti offshore di Paul Manafort, ex capo della campagna di Trump, e del suo ex socio Rick Gates, sono transitati oltre 75 milioni di dollari. Manafort avrebbe riciclato oltre 18 milioni di dollari: sono alcune delle accuse contenute nel capo di imputazione del procuratore speciale Robert Mueller, che indaga nel Russiagate. La prima reazione a caldo del Presidente Trump si legge su twitter : ” Mi dispiace, ma questo risale ad anni fa, prima che Paul Manafort fosse parte della campagna di Trump. Ma perché il focus non sono la corrotta Hillary e i Dem???? “. Ad aggravare la situazione ed a “calare il carico da 90” ci pensa George Papadopolous, ex collaboratore volontario della campagna di Trump,che si è dichiarato colpevole per aver reso false dichiarazioni all’Fbi nell’ambito delle indagini sul Russiagate del procuratore speciale Robert Mueller. Lo rende noto l’ufficio dello stesso procuratore. Papadopolous ha mentito all’Fbi “sui tempi, l’estensione e la natura dei suoi rapporti e della sua interazione con certi stranieri che aveva capito avere strette connessioni con alti dirigenti del governo russo”. Per Trump non si prospettano giornate serene e spensierate.
