Testamento biologico al centro dell’evento tenutosi a Cinquefrondi (RC)

“Questione di vita o di morte: liberi fino alla fine”, incontro-dibattito su Biodiritto, Bioetica e Bioscienza

Sabato 21 Ottobre 2017 alle ore 10:00 presso la Casa di Cura “Villa Elisa” in Cinquefrondi (RC) si è tenuto un convegno sul testamento biologico con spunti di riflessioni di Biodiritto, Bioetica e Biocoscienza, promosso dal Lions Club Polistena “Brutium” con la collaborazione del Leo Club Polistena “Brutium”.  Il seminario coordinato dall’avvocato Monica Minì, prima presidente donna dalla nascita del Lions Club di Polistena, ha visto la partecipazione del Governatore del Distretto Lions 108Ya (Campania, Basilicata e Calabria)  Avv. Francesco Capobianco, del primo Vice Governatore Lions Dott. Paolo Gattola, del secondo Vice Governatore Ing. Nicola Clausi, della presidente di  circoscrizione Sig.ra Marina Latella, del presidente di zona Dott. Domenico Mobrici e di molti officer distrettuali e circoscrizionali, tra i quali va menzionato il  Past Governatore Rag. Antonio Fuscaldo. Presente, tra le autorità Leo, il Presidente del club “Brutium” Rocco Salvatore Auddino.Per garantire, la presenza di una pluralità di punti di vista, a livello informativo sul testamento biologico e per una miglior guida alla discussione sono state chiamate in causa personalità di forte spicco, in veste di relatori, con l’obiettivo di creare un lessico comune scientificamente fondato ma accessibile a tutti sulle questioni legate al tema e di fornire un quadro delle diverse opinioni e argomentazioni sui nodi fondamentali del dibattito, partendo dalle osservazioni, dai dubbi e dalle richieste emerse durante la fase di discussione. L’Avv. Rosalba Sciarrone, socio Lions organizzatrice del service, ha offerto nel dettaglio le soluzioni giuridiche sul tema, considerando il passaggio della pdl al Senato ed argomentando una comparazione con la disciplina normativa vigente, dando spunti di riflessione sulle difficoltà a trasferire sul piano legislativo tutte le problematiche che la bioetica analizza, laddove i legislatori dovranno promulgare una legge sul testamento biologico aiutati dalla buona fede e buona volontà. E’ intervenuta la Dott.ssa Mariangela Rechichi, Bioeticista-copresidente dell’associazione Scienza & Vita – Gruppo locale Oppido-Palmi, che ha affrontato il problema secondo i dettati della sua disciplina, sottolineando l’importanza della scienza medica nella fase di accompagnamento e sostegno della persona affetta dalla malattia. Un intervento prettamente umano e sensibile basato su una considerazione: “ quando si parla di scienza medica è necessario considerare il passaggio dalla terapia curativa al momento di prendersi effettivamente cura della persona malata”. Interessante  strumento di passaggio che potrebbe essere oggetto d’incomprensione fra il medico e il paziente. Le sue parole, sono state ricche di spunti di riflessione sul concetto di accanimento terapeutico e sugli interrogativi a cui bisogna dare risposte:  da parte di chi? E in che momento non si può più parlare solo di terapia ma si trascende nel reale aiuto dato al paziente. E’ seguito l’intervento di Don Pino de Masi, referente di Libera e Vicario episcopale per la famiglia e i problemi sociali, che ha posto un elenco delle varianti etiche e morali sul tema, segnalando l’importanza dei diritti negoziabili e dei diritti non negoziabili. Di fatto, si deve rispettare la volontà della persona cosciente. Perché una persona al pari del rifiuto di un antibiotico può rifiutare il respiratore, mentre questo non viene consentito a una persona con capacità cognitive compromesse. Ricordiamo l’articolo 32 della Costituzione, dove è rimarcato il principio della volontà della persona, da considerarsi sovrana. E’ un principio, tuttavia, valido, ancora oggi, solo per chi è cosciente. Altro aspetto importante da chiarire è la confusione fatta da molti fra interruzione di trattamento, atto con cui si sospendono le cure, ed eutanasia, azione con cui si determina attivamente la morte. Per quanto riguarda poi l’aspetto di un’eventuale obiezione di coscienza da parte dei medici ricordiamo che all’articolo 1 comma 7 è precisato che il medico è tenuto a rispettare la volontà sul rifiuto. Nel prendersi cura di una persona è fondamentale l’accompagnamento alla vita, una vita dignitosa, e al fine vita, senza sofferenza. L’accompagnamento è doveroso anche per i familiari per evitare situazioni di conflitto. Da qui l’importanza della costruzione del rapporto fiduciario fra il medico, il paziente e la famiglia. La Prof.ssa Travia, docente universitaria della facoltà di giurisprudenza dell’Università  “Mediterranea” di Reggio Calabria, si è focalizzata sulla dimensione Bioetica. Il problema della disputa sul testamento si attiene proprio a questa dimensione, sulla base delle varianti giuridiche ed etiche che offrono diverse soluzioni contrastanti fra loro, le soluzioni devono essere valutate nella dimensione sociale, elemento indispensabile per comprenderle con la giusta consapevolezza, mettendole in campo nella dottrina e dalla giurisprudenza. L’osservazione fatta solleva un problema più generale circa il modo di considerare i temi bioetici. Spesso, anzi di solito, le varie questioni bioetiche vengono esaminate singolarmente, come se ciascuna di esse presentasse problemi specifici da considerare in modo separato dagli altri. In questo senso il testamento biologico viene classificato tra i problemi di fine vita, che sono tutt’altro che nuovi, per cui si dice che la questione può essere esaminata in base alle categorie usuali elaborate dalla tradizione secolare di etica medica. Ha concluso il Dott. Domenico Antonio Foti, primario Casa di Cura “Villa Elisa”, facendo un’analisi sulla distribuzione delle strutture ospedaliere, a livello regionale, in riferimento alla presenza di reparti adeguati ad ospitare un’eventuale eutanasia, nel caso in cui il disegno di legge passasse.

Maria Chiara Mangiavillano, Stampa Leo Club d’Area Calabria – Distretto 108Ya

banner

Recommended For You

About the Author: PrM 1