Arezzo, arrestata famiglia di albanesi

Era da quest’inverno che i carabinieri del Nucleo Investigativo di Arezzo erano sulle tracce di due albanesi, ufficialmente camerieri presso noti esercizi di ristorazione della zona, ma come seconda attività spacciatori di sostanze stupefacenti del tipo “cocaina”. Ormai erano diventati un punto di riferimento dei consumatori della zona Gragnone di Arezzo , i due cittadini  albanesi di  48 e 25 anni, finiti in carcere il 20 ottobre in esecuzione di misura cautelare in carcere emessa dal Tribunale Ufficio GIP di Arezzo che contestava ai due almeno una decisa di cessioni di dose di cocaina ad assuntori della zona nel periodo aprile luglio 2017. A questo punto entrano in campo le donne (madre e figlia di uno degli arrestati) rispettivamente di 42 e 25 anni, che apparentemente non coinvolte negli affari di famiglia, di fatto si rivelano protagoniste e pienamente coinvolte negli affari illeciti dei due uomini. Infatti a seguito della notifica dell’ordinanza di custodia cautelare prendono cognizione dalla lettura della misura ,  della attiva collaborazione di due assuntori che avevano agevolato l’individuazione delle illecite attività di spaccio.  Scattano a questo punto immediatamente le attività ritorsive a difesa degli uomini di famiglia. Individuato il primo testimone,  lo convincono a salire in macchina con loro e, dopo averlo portato nell’area boschiva dello “Scopetone”, avergli strappato gli occhiali , sputato in faccia  per la sua collaborazione con le FF.OO,  minacciandolo e colpendolo  con un bastone , gli portavano via la macchina di proprietà lasciandolo a piedi.  Gli intimano, a questo punto, di portare la somma di euro 10.000 , in cambio della restituzione dell’auto, per le spese legali del marito in carcere. Non contente di ciò, agganciano anche un altro testimone, e dietro minaccia di spedizioni punitive da parte di altri parenti albanesi residenti ad Arezzo, lo costringono  a  farsi consegnare la somma di danaro di 2.000 ,  che dovevano servire per le spese legali. I due testimoni a quel punto facevano fronte comune e si rivolgevano i carabinieri del Comando Provinciale i quali, fatte le dovute verifiche del caso informavano immediatamente la Procura della Repubblica di Arezzo, che richiedeva ulteriore misura cautelare nei confronti delle due donne. I reati contestati alle donne vanno dalla “rapina”, all’ ”estorsione” e finanche “spaccio di sostanze stupefacenti” atteso che si accertava che le due donne partecipavano attivamente alla vendita delle sostanza sia in assenza degli uomini di famiglia sia a seguito del loro arresto. Le due donne venivano trasferite al Carcere di Solliciano a Firenze in attesa dall’interrogatorio di garanzia.
fonte  —  Comando Provinciale di Arezzo – Arezzo, 27/10/2017 10:45 – carabinieri.it

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