Renzi a Reggio Calabria… avrà capito l’aria che tira?

Non poteva andare peggio la tappa di Reggio Calabria per il segretario del PD Matteo Renzi, almeno sotto il profilo strettamente legato alla popolarità.

Gli unici che lo hanno accolto calorosamente sono stati gli uomini del Partito Democratico che d’altronde non potevano fare diversamente, un pavido entusiasmo che si è contrapposto alla pensate e vivace contestazione inscenata da diversi gruppi di cittadini contro l’ex premier.

Costretto (si fa per dire), quest’ultimo ad entrare dall’ingresso secondario per aggirare l’orda pacifica dei contestatori che assediavano l’ingresso principale della Stazione Ferroviaria di Reggio Calabria.

Matteo Renzi ha guadagnato il treno in fretta, qualche saluto veloce, ed il tempo di beccarsi qualche insulto… qualche, solo per il fatto che,  a molti non è stato concesso l’accesso alla stazione. Una figuraccia che politicamente parlando potrebbe far capire l’aria che tira un po’ in tutto il Paese e le imminenti elezioni regionali siciliane saranno un primo importante segnale in tal senso.

Il Sud particolarmente disagiato in questo periodo di crisi non riesce a risollevarsi con le fallimentari politiche economiche del governo Gentiloni meglio conosciuto come il Renzi-bis, la forbice economica tra Settentrione e Meridione d’Italia si allarga sempre più, inducendo gli italiani ad emigrare.

Reggio Calabria non è esente dalla stessa valutazione, settore terziario alla fame, e famiglie che stentano ad andare avanti. I vertici locali sono stati gli unici ad essere ricevuti dal segretario, la curiosità di molti era rivolta alla “coppia” Falcomatà-Marcianò “separata in casa”.

Ma non è dato sapere nulla se non da fonti di parte, il lavoro dei giornalisti intervenuti è stato molto limitato. Lo spettro dietro cui si nascondono le inefficienze nella Città dello Stretto ha delle precise responsabilità, la mancanza di investimenti seri ed importanti in infrastrutture o addirittura il definanziamento di quelle previste.

L’alibi è da decenni sempre lo stesso: la malavita e l’evasione fiscale. Ma se è così da anni, questo implicitamente vuol dire che lo Stato ha fallito e continua a fallire da queste parti e quindi va necessariamente cambiato, vanno sostituiti i suoi rappresentanti, ammesso che consentano di arrivare al voto.

La situazione drammatica in cui versa soprattutto il Sud non può più essere taciuta nei palazzi romani dove qualcuno dovrà puntare il dito contro il responsabile, volesse Dio che iniziassero a parlare anche i Parlamentari eletti da queste Parti diversi anni fa.

Il responsabile, agli occhi di tutti gli italiani, al momento è sempre lui, Matteo Renzi, anche se si è sapientemente defilato dalle luci della ribalta politica, il segretario del partito che attualmente governa l’Italia e che è stato premier fino a poco tempo fa.

Gli italiani non hanno dimenticato quanto è stato fatto dalla sua governance, e cioè l’importante aiuto al settore bancario, che sarebbe potuto anche essere compreso e sopportato se un sentimento di equità avesse mosso il governo ad inventare qualcosa per aiutare le famiglie. Insomma Matteo Renzi ha potuto respirare l’aria che tira a queste latitudini dove l’ora del PD è scaduta da tempo… (foto di repertorio)

Fabrizio Pace

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About the Author: Fabrizio Pace

Fabrizio Pace è giornalista e direttore del quotidiano d’Approfondimento on line www.IlMetropolitano.it e dell’allegato magazine di tecnologia e scienza www.Youfuture.it.