Un tema complesso quello del diritto ad educare, che presuppone prima di tutto il dovere di educarsi. In una società democratica ci si educa e si educa ai diritti fondamentali del vivere insieme, che sottendono il nostro sistema di comunità sociale e familiare. Il “prendersi cura” diviene così il motivo conduttore di lettura dei diritti-doveri”. Questo il tema del convegno organizzato dal Congresso Nazionale di CamMiNo (Camera Nazionale Avvocati per la Famiglia e i Minorenni ),una “tre giorni” in cui, presso la sede del Consiglio regionale di Reggio Calabria, verranno affrontati con approccio multidisciplinare le varie criticità presenti nel nostro sistema che si pone come crocevia tra Europa e Mediterraneo.A presiedere la sezione dei lavori il Dott. Luciano Gerardis, Presidente della Corte d’Appello di Reggio Calabria che ha illustrato le finalità dell’ incontro, riguardante nello step odierno, la tutela a 360 gradi dei diritti di tutti .Il mondo puo’ essere di esclusione se si pensa di dover assicurare l’ integrità del proprio patrimonio culturale in ambiti territoriali ristretti, inclusivo se si vuole affermare che i diritti sono di tutti e che i grandi problemi quali il terrorismo, la crisi economica, il fenomeno migratorio, non sono fronteggiabili in ottiche localistiche o nazionali, ma meritano e impongono logiche di ampio respiro. Perchè un mondo o è integralmente equo oppure è iniquo.A seguire l’intervento del Dott. Bernardo Petralia, Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Reggio Calabria, in una delle prime uscite ufficiali dopo il suo insediamento. Educare con passione a chi ha passione. Nessuno ha più doveri di chi assolve la funzione di genitore. Se è vero che la equazione per la quale la maggior parte delle violenze, delle sopraffazioni, degli abusi, avviene all’ interno delle mura domestiche, significa che qualcosa non va nel sistema familiare ed è lì che occorre creare un rinascimento educativo, mediante l’ educare allo scandalizzarsi, a sorprendersi, a generare più conoscenza possibile nel segmento , nel tratto della vita di maggior passione dei figli, l’ eta’ dell’ infanzia e della pre adolescenza. Conoscenza intesa come conoscenza culturale, pratica di chi vuole insegnare qualcosa agli altri magari anche esagerando nel rappresentare e divulgare le violenze non solo materiali, ma anche culturali esistenti , in un momento in cui la sottocultura della violenza nasce in un luogo chiuso, inespugnabile qual è quello rappresentato dalle mura domestiche. I genitori educati saranno a loro volta educatori. Non c’è diritto o diritto dei diritti o diritto di educare ai diritti senza conoscenza. Ma a sua volta la conoscenza ha bisogno di attori-educatori, che non sono soltanto le famiglie , ma anche altre agenzie formative come le parrocchie e la scuola. Gli insegnanti in particolare, in un mondo dove i modelli tradizionali di trasmissione del sapere appaiono ormai superati e dove gli orizzonti culturali, umani, relazionali, tecnologici sono sempre più ampi, hanno un ruolo fondamentale poiché formano gli anticorpi per costruire uomini di domani consapevoli che , solo conoscendo la strada cattiva, riusciranno a distinguere quella buona. Da un punto di vista prettamente giuridico, il procuratore generale ha menzionato l’art.38 delle disposizioni attuative del Codice civile tendente a mantenere un sistema frammentato e diversificato in materia di amministrazione della giustizia minorile con la tradizionale diarchia tra tribunale ordinario e tribunale per minorenni.Citata altresi’ la legge sullo stalking in merito alla possibile depenalizzazione del “reato procedibile a querela remissibile” a fronte di condotte riparatorie. A parlare dell’importanza del fattore educativo in qualunque societa’ che possa definirsi civile, Anna Nucera ,assessore comunale all’ educazione e all’ istruzione, che ha presentato il progetto “Alleanza educativa” messo in campo dall’ amministrazione comunale in cooperazione con scuole e associazioni di volontariato le quali ,attraverso un rapporto di scambio di informazioni e monitoraggio delle attività svolte, sono chiamate a creare le condizioni per realizzare un tessuto nel quale la comunità diventi una comunità educante ed interculturale , dove al centro vi sia sempre il rispetto della persona umana intesa nella sua totalità, dove nessuno sia escluso mai. In ultimo la relazione dell’Avv. Abdelaziz Essid, Premio Nobel per la Pace 2015, esponente prestigioso dell’avvocatura tunisina che ha avuto un ruolo fondamentale nel processo democratico in atto in Tunisia, dimostrazione vivente di come possa essere messa a frutto la cultura dei diritti di tutti. Nello specifico, l’ avvocato ha ripercorso le tappe che hanno portato nel 2011 alla liberazione della Tunisia dal regime autoritario imposto dal presidente della repubblica Ben ali e gli interventi in termini di accoglienza e protezione posti in essere dai tunisini nei confronti dei rifugiati libici confinanti , senza alcun tipo di aiuto da parte di organizzazioni internazionali.Il problema libico e quello del terrorismo sono stati ampiamente sviluppati dal Nobel Essid che a più riprese ha ribadito la necessità di confronto, dialogo, collaborazione tra i paesi tutti .Insieme possiamo realizzare tante cose e nel rispetto dell’osservanza dei diritti, delle regole, della legalità tentare di perseguire l’ambizioso obiettivo di costruire un mondo di pace e giustizia .
MS