Frena l’inflazione a settembre. L’Istat conferma le stime, secondo cui l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività diminuisce dello 0,3% su base mensile e aumenta dell’1,1% rispetto a settembre 2016 (era +1,2% ad agosto). Si tratta del calo congiunturale più ampio da novembre 2015, quando fu rilevato un -0,4%. La lieve frenata dell’inflazione è ascrivibile per lo più al rallentamento dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (+2,7%, da +4,4% di agosto) e di quelli dei beni energetici regolamentati (+2,9% da +5,0%), in parte compensato dall’accelerazione dei prezzi dei beni alimentari non lavorati, la cui crescita si porta a +2,1% (da +0,7% del mese precedente). L”inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, scende di tre decimi di punto percentuale(+0,7% da +1,0% di agosto), mentre quella al netto dei soli Beni energetici si attesta a +0,8% (era +0,9 nel mese precedente). La diminuzione su base mensile dell’indice generale – spiega ancora l’Istat – è dovuta principalmente al calo dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (-4,6%) e, in misura minore, alla diminuzione di quelli dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-0,9%), il cui andamento in entrambi i casi è influenzato da fattori stagionali. Su base annua la crescita dei prezzi dei beni si attesta a +1,0% (come ad agosto), mentre rallenta quella dei servizi (+1,3% da +1,6%). Il differenziale inflazionistico tra servizi e beni si conferma positivo e pari a +0,3 punti percentuali. L’inflazione acquisita per il 2017 è pari a +1,3% per l’indice generale e +0,8% per la componente di fondo. Inoltre, i prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto salgono dello 0,4% in termini congiunturali e dell’1,3% in termini tendenziali (in accelerazione di tre decimi di punto percentuale rispetto al mese precedente).
fonte — http://www.confesercenti.it/