Ritorna il Premio Muse che inaugurerà il nuovo anno sociale Muse 2017/2018. Un riconoscimento che da 14 anni viene ritirato da volti e personalità importanti del panorama nazionale e non solo e che coincide con la serata inaugurale – invernale della nota associazione culturale calabrese all’interno del Cortile delle Muse di via San Giuseppe 19 a Reggio Calabria in occasione della presentazione alla città di Reggio Calabria della nuova programmazione. Si riparte domenica 29 ottobre alle ore 18,30 con la stagione culturale del Laboratorio delle Arti e delle Lettere “Le Muse”, inaugurazione che vedrà assegnare l’importante “Premio” che ha visto negli anni come testimonial Regina Schrecker – stilista, Maurizio Carnevali – pittore e scultore, Principe Fulco Ruffo di Calabria, Aldo Pecora – mass mediologo, Pippo Miraudo – direttore Museo Storico della Moda di Mirto (Pa), Klaus Davi – giornalista, Rosanna Cancellieri – conduttrice Rai, Michele Gaudiomonte – stilista, Emilia Costantini – capo servizio cultura del Corriere della Sera, Fabio Mollo – regista, Alda D’Eusanio – conduttrice televisiva, Fioretta Mari – attrice, Roberto Bilotti Ruggi D’Aragona – mecenate, Beatrice Feo Filangeri – nobile normanna, Micaela – cantante, S. E. Mons. Milito – vice presidente della Conferenza Episcopale Calabra, Cesare Mulè – storico, Anton Giulio Grande – stilista, Odette Nicoletti – costumista – Tonino Raffa – giornalista Rai, Anna Maria Galgano presidente Fondazione Rodolfo Valentino, Franco Pascale – presidente Fondazione Leoncavallo, Mons. Liberto – già direttore del Coro Pontificio, Antonio Marziale – presidente Osservatorio sui Minori, Giacomo Battaglia – attore. Il presidente Muse Giuseppe Livoti, insieme alla vice presidente Teresa Polimeni Cordova ricordano come Le Muse ritornano all’insegna della cultura, quella vera ed autentica che quest’anno sarà all’insegna della riscoperta dell’area metropolitana vista la presenza di volti e nomi che appartengono al territorio. Il 29 ottobre sarà occasione mondana per ritrovare il gusto di incontrarsi e confrontarsi soprattutto con nomi che animano il panorama culturale nazionale e non solo. Un arricchimento quest’anno con ben due premiati che dimostra, come Reggio è anche approdo di nomi importanti del panorama intellettuale, creativo ma anche umano. Il Premio Muse è libero, indipendente ed autogestito e dimostra come nella nostra città Le Muse – ribadisce Livoti – operiamo –solo con le nostre forze- all’insegna di uno spirito identitario e di appartenenza al Sud Italia. Due i nomi prestigiosi del panorama nazionale saranno con noi alle Muse domenica 29 ottobre alle ore 18 ed esattamente Mariella Milani giornalista professionista dal 1976. Per 33 anni alla RAI, canale TV nazionale, dove è stata conduttrice, inviato speciale in cronaca, caporedattore, autrice di reportage, rubriche e programmi. Dal 1994 è stata volto e voce del TG2. Critico di moda e costume e ha documentato il fashion system dal punto di vista economico, sociologico e di costume. Docente di public speaking allo IED, continua sui canali social a parlare di moda con il suo tono ironico e tagliente, influenzando anche le nuove generazioni. Dopo un’intera carriera dedicata a raccontare i grandi nomi e le griffe del lusso, Mariella Milani ha deciso di prestare la sua voce a chi “non ha santi in paradiso”, quei talenti che non possono accedere ai grandi budget tipici dei gruppi finanziari e delle multinazionali. Altro nome premiato sarà Carmela Aversa – direttrice dal 2001 del Museo delle Bambole e del Costume Arbëreshë di Frascineto (CS), importante struttura che espone una ricca varietà di costumi dell’etnia Arbëreshë dagli albanesi nel Sud Italia a quelli in Albania. Un museo che è percorso suddiviso in base alle 7 immigrazioni che si susseguirono in Italia a partire dal 1440-1448 e che coinvolsero i territori di Cosenza, Catanzaro e Crotone, oltre che la Sicilia, il Molise e l’Abruzzo. Una grande esposizione in cui risalta l’arte del ricamo in oro, il numero degli elementi presenti sulle vesti (femminili e maschili, quotidiani e della festa ecc.) e la tipologia di questi elementi (dalle balze, ai veli, ai tulle, ai copricapo, alle cinture ecc.). Una piccola sezione è dedicata ad una raccolta di bambole abbigliate con i costumi tradizionali di tutte le comunità albanesi presenti nel Meridione d’Italia oltre ad alcune fotografie di piccole dimensioni, testimonianze della cultura arbereshe, icone e piccoli oggetti di artigianato calabrese. La seconda sezione riguarda la Shqiperia, con le tradizioni albanesi in madre patria in cui si denota l’importanza del ceto sociale e la ricchezza e sfarzosità delle vesti dell’aristocrazia. Non resta dunque che aspettare la serata inaugurale delle Muse in cui tra l’altro sarà possibile vedere alcuni abiti “in prestito”, solo per poche ore, per gustare tessuti e ricami che ormai fanno parte ormai della storia dell’etnia del Meridione d’Italia.
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