La Camera procede velocemente nell’esame della nuova legge elettorale. Nello specifico, dopo la fiducia accordata agli artt.1 e 2 concernenti l’elezione di deputati e senatori, e’ stata approvata. in data odierna, la fiducia rispettivamente agli articoli 3 ,4 e 5 del cd Rosatellum bis che, ricordiamolo, prevede un sistema misto, proporzionale e maggioritario, con un terzo dei seggi assegnati in collegi uninominali maggioritari e due terzi assegnati in collegi plurinominali con listini bloccati senza preferenze e una soglia di sbarramento fissata al 3%. Di seguito i dettagli:
Articolo 3: La terza votazione di fiducia sull’articolo tre, approvato con 309 sì, 87 no e 6 astenuti, ha riguardato la delega al Governo per la determinazione dei collegi uninominali e dei collegi plurinominali.
Articolo 4: L’articolo 4 ha avuto il via libera con 381 voti favorevoli, 152 contrari, un solo astenuto. L’articolo 4, su cui, a differenza dei primi tre non è stata posta la questione di fiducia, riguarda il tema della trasparenza del voto e contiene l’elenco dei documenti da depositare in nome della trasparenza: il contrassegno , lo statuto, il programma elettorale , il nome e cognome della persona indicata come capo della forza politica.
Articolo 5: La Camera ha approvato anche il quinto e ultimo articolo del Rosatellum 2.0. I si sono stati 372, i no 149 e gli astenuti 6. La norma prevede le disposizioni transitorie per l’entrata in vigore della legge, con particolare riferimento alle circoscrizioni estere. E’ stato altresì approvato un emendamento all’articolo 5 del Rosatellum 2.0 che modifica una norma introdotta in Commissione la quale stabiliva l’ineleggibilità nelle Circoscrizioni Estere dei cittadini che negli ultimi dieci anni avessero ricoperto cariche elettive o di governo o incarichi nelle forze armate e nella magistratura dei Paesi di residenza. L’emendamento che diminuisce a cinque anni tale periodo è stato denominato “emendamento salva Bueno” poiché permette la ricandidatura della deputata italo-brasiliana Renata Bueno, che fino a sette anni fa, era stata consigliere comunale in Brasile.
Norma cosiddetta “salva Verdini”
Particolari polemiche ha poi suscitato la norma, già approvata in commissione, che consente ai residenti in Italia di candidarsi nella circoscrizione estero. L’innovazione non è da poco, finora solo i residenti in altri paesi hanno potuto candidarsi per essere eletti in Italia alla Camera o al Senato. E invece ecco la svolta. D’ora in poi anche gli italiani residenti in patria possono scegliere l’Oceania piuttosto che il Nord America per approdare in Parlamento. Ma con tanto di preferenze, ovvero a suon di voti. Norma di cui potrebbe usufruire, appunto, il leader di Ala, Denis Verdini.
Dopo la discussione degli argomenti posti all’ ordine del giorno e le dichiarazioni di voto finale, dovrebbe arrivare in serata il via libera finale della Camera alla nuova legge elettorale. Il condizionale è d’obbligo in quanto il voto finale sarà espresso in segreto. Anche se dalla maggioranza ostentano sicurezza, al momento si sospettano una settantina di franchi tiratori (per bloccare la legge ne serviranno oltre cento). Lo sprint verso il via libera finale alle nuove regole di voto è accompagnato in queste ore da un intenso sforzo diplomatico per evitare che gli insoddisfatti sia dentro il Pd sia dentro Fi si sommino nel voto segreto: per il governo Gentiloni saranno comunque momenti di alta tensione..
Le reazioni di chi è contrario: Sotto l’obelisco di Montecitorio, i cinque stelle hanno continuato a martellare l’alleanza che sostiene la nuova legge elettorale. Alessandro Di Battista ha messo nel mirino la Lega Nord: “Salvini si è venduto per qualche voto in più cedendo lo scettro di comando a Berlusconi”, ha detto. Il sì al Rosatellum ha provocato divisioni e imbarazzi anche nel centrodestra. A Montecitorio la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, ha preso le distanze dai suoi alleati: “E’ una legge vergognosa, non non potevamo starci e ci dispiace che altri si siano resi disponibili”.”Per la seconda volta nella stessa legislatura – commenta l’ex premier Massimo D’Alema – abbiamo una legge inaccettabile, segno di irresponsabilità del gruppo dirigente del Pd che logora la democrazia e apre la strada al populismo, spezzando il legame già fragile tra cittadini e istituzioni”.
MS