Codice antimafia è diventato legge a Montecitorio

Sono passate le leggi introdotte nella modifica del Codice antimafia che riguardano anche le misure di prevenzione. Il provvedimento ha superato l’iter della Camera con 259 voti favorevoli e 107 contrari. In sostanza la riforma approvata ieri nel tardo pomeriggio prevede di rendere più veloci la confisca dei beni,  altre misure in relazione alla prevenzione. Vi è poi l’ampliamento dei provvedimenti di confisca nei confronti di  chi è ritenuto un fiancheggiatore (chi ha aiutato i latitanti a delinquere e chi ha commesso reati contro la pubblica amministrazione). L’ iter ed i contenuti molto dibattuti sono iniziati lontano da una prima votazione alla Camera nel novembre 2015 e poi in Senato lo scorso luglio. Tra le novità anche la modifica della scelta degli amministratori giudiziari dei beni confiscati, non potranno più essere parenti, conviventi e “commensali abituali” del magistrato che stabilisce la confisca. Sul piano strettamente inerente alla gestione dei beni confiscati dall’antimafia si è introdotto una fase di controllo giudiziario per le aziende a rischio di infiltrazioni mafiose  (per un periodo che va da uno a tre anni) e la creazione di un fondo da 10 milioni di euro l’anno per aiutare la ripresa economica delle imprese sequestrate ed aiutare il mantenimento dell’occupazione nelle stesse non facendo perdere posti di lavoro. Infine sarà spostata la sede principale dell’ l’Agenzia nazionale per i beni confiscati da Reggio Calabria a Roma dove verrà riorganizzata: rimarrà sotto la vigilanza del ministero dell’Interno, ci lavoreranno 200 persone tra le quali un direttore che amministrerà i beni dopo la confisca dell’ente. Quest’ultima decisione è stata una delle più discusse sopratutto nella città che “perde” la sede per diventare “succursale” della struttura romana. Molti i dubbi sull’opportunità di questa scelta sulla riva calabrese dello Stretto. Una decisione mai del tutto “giustificata” che ha mortificato ulteriormente un territorio già vessato dalla presenza pesante della ‘Ndrangheta.

 

FmP

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