Lo spesometro è una comunicazione obbligatoria che i soggetti titolari di partita Iva, imprese e lavoratori autonomi, sono tenuti ad inviare all’Agenzia delle Entrate, allo scopo di verificare se il tenore di vita di un soggetto è coerente con i redditi dichiarati e far emergere l’eventuale emissione di fatture false o di mancata fatturazione a fronte di cessioni di beni e servizi. Le proteste sono montate perchè il sistema telematico dell’Agenzia delle Entrate è stato interrotto dallo scorso fine settimana poiché inserendo soltanto il codice fiscale dei contribuenti era possibile accedere a tutti i loro dati in «palese violazione della privacy». Il servizio web è temporaneamente sospeso per manutenzione. Restano attivi tutti gli altri canali di trasmissione. Ci scusiamo per l’inconveniente». L’Agenzia delle entrate ha comunicato così il blocco dello spesometro, mettendo in stand by gli utilizzatori dello strumento, mentre tentava di risolvere i problemi segnalati dai professionisti tra cui quello relativo alla violazione della privacy. Peraltro se i dati non verranno inviati nei tempi utili all’Agenzia delle Entrate,la data ufficiale è stabilita entro il 28 settembre, i cittadini o le imprese, incorreranno in precise sanzioni. In termini economici si parla di multe che vanno dai 258 ai 2.065 euro. Ovviamente la stessa sanzione verrà applicata in caso di invio di informazioni non veritiere. Ferma, in merito, la posizione assunta dal Consiglio nazionale dei commercialisti». L’interruzione del sistema è «inaccettabile» e «non degna di un Paese civile. Il presidente Massimo Miani, puntualizza infatti « qualora non arrivi una proroga (almeno al «15 ottobre» )non possiamo essere noi a rispondere dell’inadeguatezza» delle procedure di invio di dati e fatture , « oppure ci vedremo costretti, nostro malgrado, a non rispondere, come professionisti, delle sanzioni che eventualmente verranno irrogate ai nostri clienti per eventuali ritardi e omissioni negli invii delle comunicazioni». Anche per il presidente onorario dell’ associazione consumatori Adusbef, Elio Lannutti, necessita «una proroga della scadenza». La violazione dei dati fiscali di molti contribuenti e lo stop del sito dello Spesometro sono due «gravissimi episodi inerenti attività di pubblico servizio gravanti sulle spalle dei cittadini contribuenti». Impossibile l’esecuzione degli adempimenti tributari previsti entro il 28 settembre».Tuttavia è da evidenziare che dopo le varie polemiche sorte intorno alla questione, in serata, l’ Agenzia delle entrate, ha provveduto ad informare gli utenti che il servizio web ,temporaneamente sospeso per manutenzione, da domani, martedì 26 settembre, verrà ripristinato, comunicando altresì che ha ritenuto opportuno spostare al 5 ottobre la data di scadenza entro la quale presentare gli adempimenti fiscali inerenti al cosiddetto “Spesometro”. Nel comunicato inviato, la stessa Agenzia ha spiegato che saranno considerati tempestivi gli adempimenti effettuati entro quella data. Ma, gli uffici, valuteranno la possibilità di non applicare sanzioni, per una sorta di moratoria, da valutare in caso di errori formali o effettive difficoltà, fino a 15 giorni dalla scadenza originaria. La notizia pare lasciare ancora insoddisfatto il Consiglio nazionale dei commercialisti che a proposito dello slittamento dei termini al 5 ottobre da parte dell’Agenzia delle entrate così dichiara in una nota: “Pur apprezzando l’iniziativa del Direttore Ruffini che, nei limiti dei suo poteri, sta cercando di gestire scelte, problemi ed errori generati da altri, resta il fatto che questa nuova, ennesima proroga è, esattamente come le altre, assolutamente insufficiente”.”Per queste ragioni e per i problemi legati alla privacy che hanno indotto alla chiusura del sito, chiediamo che sia ora il Governo a provvedere ad una più efficace soluzione di questa situazione, con scelte più radicali, a partire dalla revisione dell’istituto”.
MS