Non sono bastati i danni provocati all’ambiente, quindi potenzialmente anche alla salute dell’uomo, dall’incendio del 25 luglio u.s. che si è sviluppato nella vasta area della liquichimica di Saline J, si è sentito il bisogno di aggiungerne altri. Invero l’ennesimo disastroso incendio si è registrato martedi 1 agosto nella vasta area lato monte della banchina di levante del Porto di Saline che ha interessato anche la scarpata ferroviaria. Le fiamme hanno bruciato tutto ciò che era presente sul suolo, tubazioni di polietilene, alcuni pali di legno che sostenevano cavi della telecom, traverse ferroviarie, in poche parole hanno fatto “piazza pulita”. Visto che nella mattinata dello scorso 2 agosto il fuoco ancora bruciava i pali di legno a sostegno dei cavi telecom, le vecchie traverse ferroviarie, ricordiamo che queste sono state impregnate con olio di catrame che contiene sostanze cancerogene (olio di creosoto) ed in considerazione che i miasmi rendevano l’aria irrespirabile, intorno alle ore 7,00 ho richiesto telefonicamente l’intervento dei Vigili del Fuoco del Comando Provinciale di Reggio Calabria. C’è da sottolineare che l’area portuale e l’attigua vasta area della liquichimica sono in stato di forte degrado, tenuto conto che sulla strada che conduce al Porto di Saline, in entrambi i lati ricade della vegetazione arbustiva e arborea che reca pregiudizio alla circolazione stradale, soprattutto di notte, tra la vegetazione, salendo sulla destra a circa 100 metri dal viadotto della Ss 1016, insiste un deposito incontrollato di pneumatici di mezzi anche pesanti fuori uso, che in prossimità del viadotto della Ss 106 , esattamente ove insiste il vecchio semaforo stradale è ubicata una cabina ENEL -20.000 volt- ricoperta in gran parte dalla vegetazione che in caso di incendio potrebbe subire e recare gravi danni, ho provveduto a richiedere l’intervento delle articolazioni comunali acchè provvedessero al decespugliamento laterale lungo la strada anche per evitare altri possibili incendi.
Vincenzo CREA – Responsabile del Comitato spontaneo “Torrente Oliveto” e Referente unico dell’ANCADIC