Su disposizione della Procura della Repubblica, questa mattina è stata data esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Reggio Calabria nei confronti di quattro componenti della famiglia C., da anni operanti nel settore della raccolta di rifiuti speciali pericolosi e non, in assenza delle necessarie autorizzazioni. La lunga e complessa indagine che ha portato agli odierni arresti scaturiva da un controllo effettuato presso la ditta individuale C.S. e l’impresa “C. E. S.R.L.” in occasione del c.d. “Action Day” avvenuto in data 29 gennaio 2014, da parte del personale appartenente al Nucleo Investigativo dell’allora Corpo Forestale dello Stato, il quale accertava come le ditte in parola, aventi sede legale ed amministrativa a Reggio Calabria in località S. Gregorio, nelle adiacenze dell’aeroporto di Reggio Calabria e, pertanto, in zona sottoposta a particolare tutela ambientale ed a vincolo paesaggistico ed aeroportuale, assolutamente inidonea allo svolgimento di tale attività imprenditoriale, stoccassero un’ingente quantità di rifiuti speciali pericolosi e non, di diversa tipologia e natura, il tutto in assenza di un qualsivoglia titolo autorizzativo. A seguito degli approfondimenti investigativi, consistiti prevalentemente in attività tecnica di intercettazione e videoripresa, già nel mese di luglio 2014 veniva disposto il sequestro preventivo d’urgenza della ditta individuale C.S. e della C. E. S.R.L., nonché dell’area su cui queste operavano il traffico illecito di rifiuti. Ma la misura cautelare reale adottata – tuttora in vigore – non sortiva gli effetti sperati, dal momento che i membri della famiglia C. continuavano ad esercitare l’attività illecita, non solo in totale spregio della normativa ambientale, ma anche incuranti del provvedimento dell’A.G., come disvelato dall’incessante attività tecnica-info-investigativa condotta dal Nucleo Investigativo. Le più recenti indagini, infatti, permettevano di constatare come i C. reiterassero le condotte criminose già contestate ed integranti il reato di cui all’art. 260 del d.lgs. 152/06 (testo unico delle norme in materia di ambiente) macchiandosi, altresì, di ulteriori reati quali ripetute violazioni di sigilli e sottrazione di cose sottoposte a sequestro. Ancora, si avvalevano della neo-costituita ditta K. di C.V. (anch’essa indagata quale partecipe dell’associazione criminale) per dare una parvenza di liceità al loro operato, salvo poi utilizzare i mezzi intestati alla citata ditta per proseguire nell’attività di stoccaggio e movimentazione dei rifiuti speciali nel sito in sequestro, indifferenti al vincolo reale disposto dall’A.G. in precedenza. A seguito delle risultanze dell’attività investigativa posta in essere dal N.I.P.A.F. del Gruppo Carabinieri Forestale di Reggio Calabria, la Direzione Distrettuale Antimafia avanzava richiesta di misura cautelare che veniva accolta dal GIP con il provvedimento oggi eseguito: sono stati ristretti presso la locale Casa Circondariale C.S. cl. ’45, C.G.T. cl. ’67, C.D. cl. ’84 e C.E.A. cl. 85, ai quali sono contestati i reati di cui agli artt. 416 c.p., 349 c.p. e 260 del D.lgs. 152/2006. È stato, altresì, disposto il sequestro preventivo della Ditta K. di C.V., dei relativi conti correnti bancari e postali e di n. 3 automezzi intestati alla stessa, nonché di ulteriori 11 automezzi, intestati e/o in uso a soggetti che a vario titolo e in diverse epoche hanno concorso nei reati di cui sopra.
Comunicato Stampa Questura di Reggio Calabria
Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria – Direzione Distrettuale Antimafia