Uno dei fortunati che è riuscito a localizzarla grazie al GPS: «Stavano per spedire la mia Lamborghini in Africa»
I ladri d’auto le pensano proprio tutte e sono sempre un passo avanti sia in termini di tecnologie che di modalità e di veicoli da mettere nel mirino. Un’ulteriore prova di queste considerazioni viene dall’individuazione di traffici illeciti di autovetture, specialmente di lusso, che verrebbero appositamente noleggiate da soggetti compiacenti per poi sparire ed essere esportate al di fuori dell’UE. La scoperta della nuova frontiera dei furti d’auto arriva, tuttavia, per un caso dal risvolto positivo ed in particolare da una Lamborghini Huracan Spyder che una donna, con documenti irlandesi, aveva affittato lo scorso luglio da una casa di noleggio di lusso svizzera per poi sparire nel nulla. È una delle notizie apparse sulla stampa elvetica che, però, pare non riguardi un caso isolato, come si è appreso dopo il ritrovamento. L’autovettura in questione è stata fortunatamente localizzata a Londra grazie al sistema GPS nei giorni successivi al furto, ed è stata, infine, rintracciata lo scorso 1 agosto da un detective britannico proprio all’ultimo momento, si potrebbe dire. L’automobile era finita nelle mani di una banda di cittadini d’origine africana che si stava preparando a spedirla in una località nella parte ovest del proprio continente. Ma è stato un vero e proprio caso fortuito il ritrovamento perché la fuoriserie è stata scoperta mentre si trovava già all’interno di un container, bell’e pronta per il trasporto. «È stato un autentico colpo di fortuna. L’investigatore che l’ha trovata non era stato ingaggiato da me ma da qualcuno a cui era stata rubata un’Audi. Audi che si trovava nello stesso container della mia» ha dichiarato il titolare della società di noleggio. Grazie al particolare risalto mediatico avuto dal furto della Lamborghini, il detective ha immediatamente riconosciuto la vettura. Una fortunata coincidenza. «Se fosse finita in Africa non l’avrei mai più ritrovata», ha dichiarato il noleggiatore che ora dovrà recarsi a Londra per riportarla in Svizzera. In ogni caso, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, al di là dell’esito positivo per le due auto in questione, è evidente che, ancora una volta, in un mondo globalizzato anche per il crimine, non si tratta solo di vigilare sul territorio per evitare il perpetrarsi di questi reati da parte delle forze di polizia, ma di effettuare sempre più approfonditi controlli doganali sulle merci che vengono esportate al di fuori dall’area UE.
C.S. Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”