Roma 14:40 – “L’aver rifiutato l’accettazione e la firma del Codice di condotta pone quelle organizzazioni non governative fuori dal sistema organizzato per il salvataggio in mare, con tutte le conseguenze del caso concreto che potranno determinarsi a partire dalla sicurezza delle imbarcazioni stesse”, queste le parole del Viminale in merito alle ONG che si stanno rifiutando di firmare il documento scritto in collaborazione dell’UE in merito di regolamentazione del “Far West” dei salvataggi che oggi impera nel mediterraneo. Come viene riportato in una velina di Ansa.it, la Commissione europea saluta con favore le ong che hanno firmato il Codice di condotta italiano e sollecita “il più ampio numero” a sottoscriverlo, ricordando che Bruxelles ha sostenuto il Paese nella preparazione del codice. Chi non firmerà il documento non si vedrà riconoscere la garanzia di portare i migranti/immigrati illegali salvati nei porti italiani, se l’area in cui sono stati soccorsi non è quella di competenza italiana. Ma resta valida la legge internazionale che prevede che i migranti siano sbarcati in un porto sicuro, ma non necessariamente il più vicino. Certo se prima qualsiasi porto italiano era obbligato a ricevere, in merito a Triton e Frontex, qualsiasi nave ONG, ora posso “deviarle” in altri porti. La regolamentazione dei salvataggi sembra non andare a genio a molte sigle di ONG. Ieri la sigla del codice da parte delle organizzazioni non governative con Medici senza frontiere che ha scelto di non ha firmare il codice nell’ultima riunione convocata dal Viminale. Le ONG che fino ad ora hanno firmato il codice di condotta sono Moas e Save the children, mentre Proactiva Open Arms, spiega, “ha fatto pervenire una comunicazione con la quale ha annunciato la volontà di sottoscrivere l’accordo”. I punti che sono emersi le contrarietà sono soprattutto l’impegno ad accogliere a bordo la polizia giudiziaria e ad evitare il trasbordo di migranti/immigrati illegali su altre navi gli elementi più controversi. e l’impegno a non trasferire i migranti/immigrati illegali soccorsi su altre navi, è stata inserita la frase: “eccetto in caso di richiesta del competente Centro di coordinamento per il soccorso marittimo e sotto il suo coordinamento, basato anche sull’informazione fornita dal capitano della nave”. L’altro punto contrastato, quello della polizia a bordo, è stato riformulato sottolineando che la presenza degli uomini in divisa avverrà “possibilmente e per il periodo strettamente necessario”. Non è stata accolta la richiesta che i poliziotti a bordo siano disarmati. Proactiva Open Arms fa sapere che oggi non firmerà il Codice e dubbi li sollevano anche altre ong. La tedesca Sea Watch annuncia che metterà presto in mare un’altra nave che si aggiungerà a quella già attiva e spiega che il documento del Viminale e’ “largamente illegale” e “non salverà vite umane ma avrà l’effetto opposto. Quello di cui c’è bisogno alla luce degli oltre duemila morti di quest’anno non servono più regole, ma più capacità di soccorso”. Da parte dei tedeschi sembra una vera e propria sfida, se non “sfottò” al Governo Italiano che non fa’ altro che dare una regolamentazione al caos che oggi continua ad imperare. Il ministro dell’Interno, Marco Minniti, è comunque intenzionato a far entrare subito in vigore il Codice (“è essenziale per la sicurezza del Paese”, ha sottolineato) e chi non firmerà dovrà accettare le conseguenze. Verrebbero da fare alcune considerazioni in merito al rifiuto di firmare il documento. Di certo non è questo il luogo ma molte domande sorgerebbero spontanee, fra cui “Come mai ci si rifiuta di firmare ed accettare una semplice regolamentazione che il paese che ospita i migranti/immigrati illegali e che ne se ne farà carico cerca di imporre?”