Chi di noi non ha mai sentito parlare di frode on line, furto di identità telematica, accesso abusivo al sistema, fraudolenta intercettazione di comunicazioni, danneggiamento di dati .Sono questi e molti altri illeciti, i cosiddetti reati informatici o computer crimes che rappresentano il risvolto negativo del progresso tecnologico dopo la nascita di Internet e di un nuovo modo di comunicare. Salvo precedenti, sporadici, interventi legislativi in materia, solo con Legge 23 dicembre 1993 n. 547 “Modificazioni ed integrazioni alle norme del Codice Penale e del codice di procedura penale in tema di criminalità informatica”, si sono poste le basi per una vera e propria lotta contro i crimini informatici .La legge 547/93 individua e vieta tutta una serie di comportamenti in ambito informatico, reputati lesivi degli interessi non solo di singoli privati cittadini ma anche di persone giuridiche, in particolare di imprese ed enti pubblici. Anche la Convenzione di Budapest stipulata, il 23 novembre 2001, tra il Consiglio d’Europa e gli Stati firmatari nasce dalla convinzione della necessità di perseguire una politica comune in campo penale finalizzata alla protezione della società contro la criminalità informatica e alla prevenzione dei rischi connessi all’ erroneo utilizzo delle reti informatiche e delle informazioni in formato elettronico che, se usate impropriamente, possono costituire fattispecie di reato. Da un’analisi delle denunce, presentate da parte delle forze di polizia postale all’autorità giudiziaria, condotta da Das, compagnia di Generali Italia, specializzata in tutela e assistenza legale di cittadini, vittime di frodi informatiche e altre truffe online, emerge che la Calabria è tra le regioni con la più bassa densità di reati informatici (quarto posto in Italia), con Crotone (1/663) che si colloca al settimo posto tra le province più virtuose. Das rileva una bassa densità di crimini informatici anche a Cosenza (una denuncia ogni 539 abitanti) e Catanzaro (1/468). Il fenomeno risulta invece più diffuso a Vibo Valentia (1/357), la provincia calabrese che registra la più elevata densità di questi crimini, seguita da Reggio Calabria (1/416). DAS ha inoltre rilevato che tra il 2010 e il 2015 il numero assoluto di reati informatici è cresciuto notevolmente in tutte le regioni italiane, in particolare è più che raddoppiato in Friuli Venezia Giulia (+133,8%), Umbria (+102,3%) e Liguria (+101,6%).mentre Campania (+17,1%), Valle d’Aosta (+19,5%) e Puglia (+34,5%) sono state le regioni con meno denunce per reati informatici .
M.S.