San Roberto(RC) accoglie nuclei familiari di rifugiati, firmati i contratti per il progetto Spra

Sono stati firmati ieri presso la casa comunale di San Roberto i primi due contratti d’accoglienza integrata derivanti dal progetto denominato Sprar che è il Sistema di Protezione per i Richiedenti Asilo e Rifugiati, una iniziativa che si inquadra in un progetto di dimensione nazionale che interessa l’accoglienza dei migranti.Un progetto attraverso il quale affiancare persone meno fortunate in un percorso di integrazione affinché diventino autonome e siano in grado di vivere da sole nella società. Questo progetto, a cui il comune aveva aderito nei mesi scorsi, è stato apprezzato da più parti, in un’ottica convergente tra maggioranza e minoranza, ed accolto con favore dalla parrocchia, oggi presente con padre Benoit Mundjo alla firma, dalle associazioni e dalla popolazione tutta.L’iniziativa è particolarmente importante in un periodo storico caratterizzato dal continuo arrivo di richiedenti asilo con l’emergenza nord Africa, ed oggi è un modello che fa scuola. E che dimostra nei fatti, come ci sia un’ alternativa realizzabile e replicabile al cosiddetto “business dell’accoglienza”. Un’altra via possibile che fa bene sia all’economica locale, che all’integrazione dei migranti.In particolare, a San Roberto, all’interno di 4 unità immobiliari locate nel centro del paese verranno ospitate alcune famiglie di profughi, alcune delle quali hanno già preso possesso degli alloggi. Ciò viene realizzato in collaborazione con l’associazione COOPISA, che si occupa da anni di accoglienza in maniera professionale e puntando all’integrazione massima sul territorio calabrese.“Il Comune di San Roberto – ha detto il Sindaco Roberto Vizzari – fa da sempre della solidarietà e dell’ospitalità una bandiera, ed ancora oggi vuole fare la propria parte. Crediamo profondamente nell’accoglienza e nell’importanza di dare un futuro a chi è stato meno fortunato e ha bisogno di speranza, guardando con intelligenza alla nostra storia e a i nostri compaesani, in passato costretti a emigrare in diversi Paesi europei e oltreoceano. Ricordare questa storia delle nostre comunità è un monito. Ecco perché bisogna lavorare insieme, e bene, sull’accoglienza. Una accoglienza non fuori controllo, ma strutturata ed organizzata, che funziona con l’aiuto del terzo settore e della popolazione, accogliendo rifugiati o richiedenti asilo”.Un modello virtuoso, apprezzato, che prevede tante attività che produrranno uno scambio reciproco con il territorio in un’ottica di piena collaborazione. “Queste famiglie ospitate nel nostro Comune – conclude il Sindaco – entreranno a far parte, a pieno titolo, della nostra comunità. Oltre all’accoglienza materiale, all’orientamento, verrà predisposto per loro l’insegnamento della lingua italiana , l’inserimento scolastico per i minori presso gli istituti locali, l’accesso ai servizi del territorio. Tutte le attività verranno seguite dal personale dell’associazione con un occhio particolarmente attento alla lettura interculturale degli eventi. Pensiamo che il dialogo ed il confronto siano decisivi, crediamo fermamente che il nostro paese possa vincere questa partita, grazie al cuore, alla generosità, alla bontà dei sanrobertesi, pronti a diventare un modello per gli altri”.

 

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