“Aumentano i detenuti nel carcere di Arghilla’: oggi siamo già a 351 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 302. Il paventato rischio dell’incremento detentivo, già segnalato da questo Garante nella Relazione annuale 2015/2016, purtroppo, a distanza di pochi mesi, è già realtà. Segnalerò puntualmente la situazione ai vertici dell’Amministrazione Penitenziaria insieme alle varie problematiche che mi sono state rappresentante dai detenuti durante la mia visita odierna. Oggi, tuttavia, voglio guardare al “lato positivo” e perciò intendo soffermarmi su due aspetti meritevoli di apprezzamento: il primo, l’avvio dei lavori ad intenso ritmo per dotare finalmente l’istituto di un autonomo corpo di fabbrica da adibire a palestra, teatro e luogo di culto; il secondo, su cui intendo soffermarmi ulteriormente, il prosieguo della positiva esperienza del lavoro volontario e gratuito che alcuni detenuti stanno svolgendo in favore della collettività, occupandosi della manutenzione del verde pubblico. A questo proposito, merita infatti di essere segnalato che alle ultime due unità si sono aggiunti altre due nuovi detenuti, giusta la proposta della Direzione e la conseguente approvazione da parte della Magistratura di Sorveglianza. Il Protocollo d’intesa siglato il 7 giugno 2016 tra il Comune di Reggio Calabria, il carcere di Arghilla’, il Tribunale di Sorveglianza e l’Ufficio di Esecuzione penale esterna, su iniziativa del Garante comunale, ha visto quindi, nell’arco di un anno, l’alternarsi di 6 detenuti nelle attività suddette. Grazie alla collaborazione con AVR, i ristretti sono forniti di divise, scarpe, attrezzature di lavoro e di sicurezza, con la dovuta copertura assicurativa garantita dal Comune di Reggio Calabria. Anche oggi i detenuti sono quindi usciti dall’istituto penitenziario per recarsi a Catona a svolgere l’attività di lavoro gratuito in favore della collettività. Il Protocollo da intendersi rinnovato fino al giugno 2018, pertanto, continua a produrre buoni frutti ed essendomi recato in visita ad Arghilla’, unitamente al dott. Giuseppe Chiodo che sta svolgendo uno stage formativo presso l’Ufficio del Garante reggino, in virtù di una convenzione all’uopo stipulata con l’università RomaTre, oltre a raccogliere le varie problematiche prospettate dai ristretti, ho potuto constatare come il colore delle divise arancioni indossate dai detenuti pronti per recarsi a svolgere il lavoro all’esterno e la loro raggiante espressione per l’opportunità concessa restituiscano, davvero, calore umano oltre che colore vitale rispetto al grigio spento delle sbarre, delle pareti e dell’aria stessa che si respira dentro il carcere. Si può e si deve, quindi, continuare su questa strada, perché il lungo cammino verso la libertà e la legalità non può essere privo di opportunità di scelte di vite positive, proprio per chi ha delinquito e intende cambiare, e questa responsabilità spetta alle istituzioni che devono farsene carico, mettendo al centro l’uomo e la sua possibilità di riscatto rispetto al male compiuto, onorando così il dettato costituzionale della funzione rieducativa della pena”.
IL GARANTE avv. Agostino Siviglialavoro