Casa Circondariale di Locri
In rappresentanza del Garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Reggio Calabria, avv. Agostino Siviglia, le componenti dell’Ufficio del Garante, dott.ssa Maria Antonia Belgio e avv. Maria Teresa Ciccone, sono intervenute per un indirizzo di saluto durante l’evento conclusivo del primo trimestre del progetto “O mia o di nessun altro … la violenza sulle donne raccontata dagli uomini”, tenutosi lo scorso 19 luglio presso la Casa Circondariale di Locri. Il progetto ideato e realizzato dall’Associazione DoMino, presieduta dall’avv. Jessica Tassone, ha visto il coinvolgimento diretto di venti detenuti del carcere di Locri, nell’ottica di una profonda “presa di coscienza” rispetto al drammatico tema della violenza sulle donne. Partendo dall’analisi di due libri, “Viola” della dr.ssa Filomena Drago, presente all’iniziativa e “I bambini non nascono cattivi” della dr.ssa Maria Tinto, i detenuti coinvolti nel progetto hanno redatto delle loro poesie, saggi, racconti ed anche una monografia riguardante la violenza genere, quest’ultima particolarmente significativa perché frutto dell’esperienza personale di un detenuto per stalking. La profonda riflessione da parte dei detenuti coinvolti nel progetto rispetto al drammatico tema della violenza sulle donne ha, inoltre, consentito agli stessi di poterne dare espressione grafica, trasposta su appositi cartelloni contenenti disegni e frasi frutto della personale riflessione compiuta. Corale è stata la partecipazione delle massime istituzioni locali all’iniziativa, in particolare, sono intervenuti per la conclusione di questa prima fase progettuale il dott. Fulvio Accurso, Presidente della sez. Penale del Tribunale di Locri, da sempre estremamente sensibile al tema del recupero, della rieducazione ed del reinserimento sociale di chi ha delinquito; la dott.ssa Carmela Zavettieri, in rappresentanza della Caritas diocesana di Locri-Gerace che ha patrocinato il progetto; la Dott.ssa Patrizia Delfino, ospite dell’iniziativa, nella qualità di Direttrice della Casa Circondariale di Locri e particolarmente attenta ai percorsi trattamentali rieducativi dei ristretti; presenti anche il personale dell’area pedagogica dell’istituto e gli agenti di polizia penitenziaria. La coincidenza dell’anniversario della morte di un “Uomo giusto”, come in più occasioni è stato definito Paolo Borsellino, conforta rispetto alla speranza che il perseguimento della Giustizia non possa e non debba concludersi con la repressione giudiziaria, ma che proprio l’esecuzione penale, così come prescrive la Costituzione, consista in un momento autentico di rivisitazione critica del proprio vissuto, di profonda consapevolezza del male commesso, di scelta positiva di cambiamento di vita, perché solo così può davvero nascere, o forse rinascere, il senso proprio della legalità e della libertà, concetti che, come ripeteva Borsellino, non possono essere disgiunti, ma devono essere compresi ed amati, costi quel che costi, ancor più quando si pone al centro il riconoscimento dell’assoluta inviolabilità del microcosmo femminile.
IL GARANTE – Avv. Agostino Siviglia