L’epurazione staliniana ha avuto inizio. La lotta fratricida tutta interna al Partito Democratico ha spinto il Sindaco Falcomatà a mettere in atto un violento attacco alla struttura tecnica che fa capo all’Assessore Angela Marcianò. Due funzionari apicali, infatti, destinati alla gestione di servizi essenziali per i cittadini, individuati dall’Assessore per le loro indiscusse capacità professionali e tecniche, sono stati proditoriamente destinati ad altro settore dell’Amministrazione. Il tutto senza alcuna valida motivazione e, sembrerebbe, senza aver prima richiesto e ottenuto il necessario nulla osta del Dirigente dei Lavori Pubblici e senza aver consultato l’Assessore Marcianò. Appare evidente, quindi, la vera natura di questo trasferimento. La guerra intestina al PD che, sulla pelle della città, sta consumandosi a colpi violenti tra le varie fazioni esistenti, una lotta che riassume in sé i connotati della faida politica, come se due o più “famiglie” si stessero facendo la guerra tra di loro noncuranti di lasciare per strada vittime incolpevoli. In questo caso i cittadini reggini, la nostra comunità che è costretta a subìre le conseguenze di tali scelte arroganti, pretestuose e indicative del modo di intendere la politica e l’amministrazione della cosa pubblica da parte della sinistra che governa la nostra Reggio. E’ inammissibile il tentativo di Falcomatà di cogliere due piccioni con una fava: da un lato depotenziare l’Assessore Marcianò e la sua struttura tecnica, dall’altro colpire due funzionari di altissimo livello, impegnati a fronteggiare situazioni delicatissime nell’interesse della collettività, di certo politicamente non assimilabili alla corte del primo cittadino. Non si possono far ricadere sulla città le tensioni interne che vive il PD, non possono essere i cittadini reggini a pagare la scomposta reazione del Sindaco nei confronti di un’altra “famiglia” del suo stesso partito, colpevole, a suo modo di vedere, di averlo defenestrato dai vertici nazionali del PD e di averlo politicamente delegittimato e quindi di aver inibito la sua tanto agognata ascesa romana. Le buche possono attendere, l’acqua che non scorre nei rubinetti dei reggini è poca cosa, l’Aeroporto che rischia di chiudere poco importa, 59 dipendenti SOGAS licenziati è un problema delle loro famiglie, l’Agenza dei Beni Confiscati ce la scippano e che sarà mai. Ciò che importa per il Sindaco Falcomatà è impegnare il proprio tempo e le proprie energie per colpire scientificamente chi non è allineato con lui, magari tentando di annacquare il tutto mascherandolo dietro un provvedimento che comprenderebbe, sembra, circa 30 dipendenti comunali. Ci attendiamo adesso le reazioni e le contro reazioni delle parti in causa. Uno spettacolo indecoroso, non degno di chi dovrebbe rappresentare la massima istituzione cittadina, avendo come unico faro della propria attività politica e amministrativa l’esclusivo interesse della città. Ancora una volta, invece, la priorità è rappresentata dal proprio interesse di carriere politica e non dall’amore per la nostra Reggio. Ci attendiamo che quei settori dell’Amministrazione nei quali operano dipendenti di livello non siano snaturati per inqualificabili scelte di carattere vendicativo da parte del Sindaco. Ci attendiamo l’annullamento di tali atti illegittimi e impregnati unicamente di arroganza amministrativa.
Reggio Calabria, 24 giugno 2017
Il Commissario Città di Reggio Calabria – Franco Germanò