Davanti all’inadeguatezza di una politica regionale sanitaria completamente alla deriva, ad una lotta intestina fra apparati dello Stato e vertici regionali, chi ne fa le spese è il cittadino calabrese. Paradossale la vicenda che si è concretizzata all’Asp di Reggio Calabria dove, il direttore generale in carica è orfano di indirizzi chiari da parte della politica di governo. Il dottor Brancati, stimato dirigente regionale e chiamato al non facile ruolo di manager dell’Asp reggina, con un dispositivo di servizio del 12 giugno u.s., il n. 45, ha previsto il momentaneo accorpamento estivo dell’organico medico dell’U.O. di ortopedia e traumatologia del P.O. di Melito Porto Salvo presso l’ospedale spoke di Locri, per il periodo che va dal 15 giugno al 30 settembre, lasciando a Melito un day surgery (chirurgia di un giorno, procedure diagnostiche e/o terapeutiche invasive o semi invasive, in regime di ricovero limitato alle sole ore del giorno, o al massimo un pernottamento) che dovrà essere garantito dai medici del Grande Ospedale Metropolitano. Il personale utilizzato infermieristico del predetto reparto vedrà la propria attività integrata con il reparto di chirurgia generale dello stesso ospedale. E dire che queste disposizioni partono dai migliori propositi, visto che le premesse dell’atto suddetto citano reparti di ortopedia e traumatologia del territorio reggino singolarmente carenti di personale medico che produce di fatto una insufficiente risposta assistenziale, di un riassetto organizzativo dell’assistenza relativa di questi reparti sull’intera area territoriale di Reggio Calabria al fine di garantire i Lea di questo settore, sottolineando come queste unità operative in termini di assistenzialità medica e di personale infermieristico siano eccessivamente carenti. Un’analisi impeccabile da parte del direttore che va oltre, citando un’imminente urgenza di casi ed un incremento esponenziale di patologie traumatiche dovute al periodo estivo. Tutto giusto, tranne il tentativo di sopperire alle gravi carenze spostando i margini del “lenzuolo” e che inevitabilmente lascia scoperte ampie zone di utenza sanitaria. A Melito, i cittadini si chiedono cosa accadrà di questo reparto di ortopedia, se mai riaprirà, perché depotenziare il loro ospedale nel tentativo, sacrosanto peraltro, di garantire i previsti Lea a Locri. Visto il legittimo grido di allarme lanciato dal direttore dell’Asp sui casi di traumatologia estiva in aumento, come si potrà far fronte a Melito con una situazione talmente ingarbugliata che prevede una sorta di assistenza diurna “garantita” da un pellegrinaggio dei medici in forza agli ospedali Riuniti di Reggio Calabria per qualche giorno alla settimana. Il reparto di Chirurgia generale di Melito, chiamato ad un super -lavoro, sarà in condizioni di offrire la dovuta assistenza ai bisognosi di cure traumatologiche – ortopediche? In tutto questo disperato tentativo di farsi sentire, il cittadino di Melito non vede la politica istituzionale regionale al proprio fianco ma un deserto di responsabilità che qualcuno vorrebbe “scaricare” al solo dirigente, reo di fare di necessità-virtù. Dando merito alla politica locale che sta cercando di arginare il problema facendo rete ribadisco la mia vicinanza in questa “battaglia sanitaria” ai sindaci, agli amministratori locali, ai cittadini. Non so se effettivamente il 30 Settembre il reparto di Ortopedia di Melito sarà ripristinato, non so se l’inizio delle scuole che solitamente sentenzia la fine dell’estate potrà “destare” dal proprio torpore chi la Sanità in Calabria la vede solo come una rocca di potere e consenso politico, e mi riferisco ad Oliverio ed ai suoi fedeli rappresentanti sul territorio, incapaci di indicare ai propri manager le linee guida da seguire nell’interesse unico dei bacini di utenza medica, assolutamente inadeguati ad affrontare le emergenze sanitarie che una terra martoriata e da sempre depredata delle sue risorse pone drammaticamente in primo piano. Vadano all’ospedale di Melito Porto Salvo, questi signori e prendano consapevolezza della vita reale e dei sacrifici a cui sono sottoposti operatori sanitari e cittadini. Trovino quel coraggio di vivere il dramma che, invece, contraddistingue migliaia di Calabresi che lo vivono quotidianamente sulla propria pelle.
Francesco Cannizzaro, Capogruppo Cdl Consiglio regionale