Emergenza sede per i volontari reggini del Banco Alimentare

Oltre 40mila assistiti in tutta la provincia, ma sempre con l’acqua alla gola. È questa la drammatica realtà a cui è costretta a far fronte l’associazione Banco Alimentare a Reggio Calabria. Secondo i dati del 2016, il Banco alimentare ha portato, in Calabria, il suo sostegno a 110.331 persone. Reggio Calabria, dopo Cosenza (42.850 assistiti), è la seconda sede per beni di prima necessità distribuiti e persone assistite (42.523). Sono molti i cittadini che conoscono e apprezzano l’opera del Banco Alimentare. «Attività come la giornata nazionale della Colletta alimentare – spiega il responsabile della sede reggina, Ignazio Giuseppe Bognoni – hanno impegnato, solo nella scorsa edizione, oltre 4mila volontari in tutta la regione, permettendo di raccogliere beni di prima necessità altrimenti non distribuibili per oltre 141mila chilogrammi. Anche Reggio e i suoi cittadini hanno risposto presente con 36mila kg di prodotti messi a disposizione dei più poveri». Ma le attività di sensibilizzazione del Banco Alimentare non si sono fermate qui. «Mi piace ricordare, tra le altre attività – sottolinea Bognoni – il pranzo di Natale organizzato a Campo Calabro, in collaborazione con la Caritas e la Confraternita Madonna di Polsi. In quella giornata siamo stati in grado di offrire un pasto caldo a settanta migranti. Oltre alla gioia di aver offerto un momento di calore a tanta gente, siamo lieti di aver acceso la luce su un fenomeno sempre più attuale nella nostra regione, ricordando anche l’aiuto che il Banco Alimentare ha offerto ai Comuni impegnati nell’accoglienza». Ma il Banco alimentare offre anche formazione, con i suoi progetti di servizio civile divenuti ormai veri e propri “must”. Quello appena concluso, “Noi ragazzi protagonisti della realtà”, ha avvicinato altri giovani al tema dell’aiuto agli indigenti. Eppure non mancano le criticità. Quella più grave è certamente quella della sede. «Purtroppo questo è un problema comune a varie realtà, ma Reggio Calabria vive certamente la situazione più difficile – chiosa Bognoni – Purtroppo, sin dalla sua apertura, la sede reggina del Banco Alimentare, è stata costretta a far fronte alle spese affittando un capannone attrezzato di cella frigorifero. I costi, inutile dirlo, sono molto alti, anche perché l’offerta di strutture adeguate non è così ampia. L’associazione Banco Alimentare – aggiunge Bognoni – ha più volte richiesto agli enti preposti un sostegno per poter proseguire nella sua opera, ma purtroppo tutte le richieste inoltrate alle varie amministrazioni nel tempo sono rimaste lettera morta. L’associazione “Banco Alimentare” chiedeva l’assegnazione di uno dei tanti capannoni tornati a disposizione degli enti locali, attraverso l’opera di confisca a patrimoni illeciti, per poter proseguire nella sua opera. Stavolta siamo noi a dover chiedere aiuto. Senza risposte adeguate, la situazione si è complicata non poco e non sappiamo per quanto tempo ancora potremo continuare a garantire un servizio che nella sola provincia di Reggio raggiunge oltre 40mila persone. (foto repertorio)

c.s. – Natale Iracà

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