Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti umani intende far soffermare l’attenzione di tutto il mondo della scuola sull’importante ricorrenza relativa alla giornata internazionale dell’ambiente che si terrà il 5 giugno. Il World Environment Day-WED è stata proclamata dall’Assemblea Generale dell’ONU nel 1972. Il tema proposto quest’anno è “Connecting People to Nature” e riguarda il rapporto tra le persone e la natura. Mai come nell’attuale fase storica è di vitale importanza ribadire la necessità di preservare il nostro pianeta e le risorse ambientali dai guasti e dagli sfregi dell’opera umana condotta in modo scriteriato dalle lobby industriali. Duole pensare che, dopo gli accordi faticosamente raggiunti tra le potenze mondiali due anni fa alla XXI Conferenza internazionale sul clima di Parigi dell’UNFCCC (COP 21), gli USA di Trump si sono “esonerati” da quello che non era un mero accordo economico – politico, ma un impegno verso le generazioni future, che rischieranno di ereditare un mondo malato in modo irreversibile. Ricordiamo che il patto, descritto nelle sue peculiarità in un documento di 31 pagine, mirava a contenere l’aumento della temperatura media globale entro i 2 gradi centigradi, rispetto ai livelli pre-industriali. Ci si era prefissati l’incremento dei finanziamenti per l’abbassamento della soglia tollerabile dei gas e effetto serra presenti nell’atmosfera e la ricerca di soluzioni atte a contrastare il cambiamento climatico. All’epoca, sottoscrissero l’atto anche Stati Uniti, Unione europea, Cina e Russia. Papa Francesco, pontefice tra i più sensibili alle problematiche sociali, aveva sottolineato con rara efficacia la necessità di trattare responsabilmente la nostra risorsa più grande che è la Terra. Infatti la Santa Sede ha esternato la propria delusione per gli intenti dichiarati dagli USA. La controversia sul Global warming vede dibattere scienziati schierati su fronti contrapposti: per alcuni si tratta di allarmismo smentito da rilevazioni empiriche; per altri stiamo imboccando una strada senza uscita. Indipendentemente dalle beghe in questione, anche nella percezione collettiva il clima sta cambiando e la vivibilità di alcune aree comincia ad essere compromessa; oggi sono in atto bruschi fenomeni metereologici ravvisabili in ogni angolo dei continenti: desertificazione, trombe d’aria, alluvioni, surriscaldamento della temperatura degli oceani, deforestazione, uragani, scioglimento dei ghiacciai preoccupano seriamente. Nel dubbio, qualora per qualcuno sussistesse, non sarebbe comunque auspicabile per preservare la salute del genere umano evitare di immettere sostanze tossiche inquinanti e modificare il proprio stile di vita in modo da scongiurare i dispendi energetici superflui? Possibile che gli interessi economici e la competizione forsennata debbano sempre prevalere sul rispetto della vita umana? Il Coordinamento propone, sulla scorta di quanto hanno già realizzato il premio Nobel Wangari Maathai e Felix Finkbeiner, in questa ricorrenza, di piantare un albero in ogni giardino scolastico, creare un’oasi verde all’interno delle scuole e invitare gli studenti a praticare quotidianamente piccole azioni di risparmio energetico. “Vedete quel puntino laggiù un po’ pallido? Quello siamo noi. Tutto ciò che può essere avvenuto nella storia degli esseri umani è accaduto in quel puntino: tutti i trionfi e tutte le carestie, tutte le guerre, tutti i maggiori progressi. È la nostra unica casa. E in gioco c’è questo. La nostra capacità di vivere sul pianeta terra. Ci sarà un momento in cui le generazioni future si chiederanno: a cosa pensavano i nostri genitori? Perché non si sono svegliati quando ne avevano la possibilità? Prepariamoci sin d’ora a rispondere a questa domanda.” (tratto dal documentario Una scomoda verità, regia di David Guggenheim, USA 2006)
Prof.ssa Debora Cavarretta, Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani