Il nostro tempo è caratterizzato dall’apatia, dalla disgregazione sociale, da una sorta di individualismo autistico, che determina enormi difficoltà, se non un vero e proprio senso di disagio, nelle relazioni tra noi esseri umani. Ci muoviamo nel nostro piccolo giardino, che a noi sembra invece necessario e sufficiente per contenere il nostro ego. Basta avere gli occhi fissi al nostro smartphone e il gioco è fatto: l’automa che è in noi ha il suo bel campo d’azione e non ha bisogno di altro, tantomeno di soffermarsi a guardare in profondità ciò che vive intorno e dentro di sè, i moti della sua anima. Non cediamo spesso al dolce abbandono alla riflessione e scegliamo di scacciare la solitudine, connaturata al nostro io, dedicandoci agli aspetti materiali della vita, quelli che ci appaiono più imminenti, trascurando la nostra essenza di pensatori. In realtà bisogno innato dell’essere umano è quello di porsi domande, e più importanti ed essenziali sono tali domande, più significativa diventa la sua esistenza e la sua presenza su questa terra. Qual è il senso della vita? In essa prevale il bene o il male? Siamo ineluttabilmente segnati dall’inquietudine e dal vuoto esistenziale, o possiamo essere felici? Questo saggio, travestito da romanzo, propone questi e molti altri quesiti, tentando anche di fornire delle risposte, frutto proprio di meditazioni, di letture di testi laici ed ecclesiali e soprattutto di chiacchierate con esperti di teologia, sociologi e psicologi. Alle riflessioni si intrecciano le storie di tre donne moderne, tre amiche che, in costante ricerca del proprio equilibrio, si confrontano e crescono insieme. Particolare attenzione sarà rivolta ai momenti più salienti delle loro vite, dall’infanzia fino all’età della maturità, trascorse in un turbinio di sentimenti opposti tra loro, senza soluzione di continuità, che vanno dagli estremi della gioia e della disperazione, passando per la malinconia e la serenità. I personaggi della storia narrata, attraverso i loro dialoghi, hanno espresso varie opinioni, punti di vista su come tentare di vincere i mostri del degrado psicologico che regna nell’uomo nell’epoca postmoderna.
Claudia Conte
Nata a Cassino (FR) nel 1992. Consegue la maturità presso il Liceo Classico N.Turriziani di Frosinone e il diploma teatrale presso la scuola Il Teatro Dell’Appeso di Amedeo Di Sora. Nonostante la giovane età ha alle spalle tournée teatrali con la pièce “Il canto del cigno” di Cechov e recital poetici come “Dino Campana e Sibilla Aleramo”. Recentemente protagonista femminile dei recital di Vincenzo Bocciarelli “Solo l’Amore resta” e “Vita di Francesco” , dello spettacolo “Eros Italiano” di Mariano Rigillo e di “Comizio d’amore” di Marcello Veneziani. Attualmente affianca sulla scena Valerio Massimo Manfredi nello spettacolo tratto dal suo romanzo “Ulisse. Il mio nome è Nessuno”. Appassionata di scrittura poetica, ha pubblicato la silloge “Frammenti rubati al Destino”, per l’editore Galassia Arte. Nel 2013 è fondatrice di “Nova Era”, Associazione di promozione sociale che si occupa, attraverso l’espressione artistica e in particolare l’audiovisivo, di progetti con tematica sociale, cui è particolarmente sensibile. Nel Giugno 2014 pubblica il suo primo romanzo “Soffi Vitali. Quando il cuore ricomincia a battere”. Premiata a Villa Sarsina con Antonio Lubrano e Filippo Laporta. È l’autrice più giovane ad aver presentato un’opera al Salone Internazionale del libro di Torino. Lo scorso dicembre ha ricevuto il prestigioso Premio in Campidoglio “Oscar dei Giovani” per il suo poliedrico impegno in campo culturale, all’interno della “Giornata d’Europa”. Prossima al conseguimento della Laurea Magistrale in Giurisprudenza (giugno 2017). Collabora alla realizzazione di svariati progetti artistici. Presentatrice di eventi e di programmi televisivi. Ospite in trasmissioni televisive e radio, giurata e madrina di eventi. www.claudiaconte.com