In corrispondenza della presenza in Città del Garante Nazionale dei diritti delle persone private o limitate della libertà personale, prof. Mauro Palma, che nella giornata conclusiva del Seminario “Per una nuova Sociologia della Pena” ha tenuto, insieme alla Dirigente Nazionale del Dipartimento di Giustizia Minorile, dott.ssa Isabella Mastropasqua, una lezione magistrale incentrata sugli organismi europei di tutela dei diritti umani, si è dato corso alla visita ispettiva della sezione di “osservazione psichiatrica” del carcere “G.Panzera” di Reggio Calabria. Era stato il Garante comunale reggino, Avv. Agostino Siviglia, ha lanciare l’allarme per le condizioni disumanizzanti di questa speciale sezione detentiva, denunciando formalmente nei giorni scorsi la situazione ai vertici apicali dell’Amministrazione Penitenziaria. I due Garanti, insieme ad alcuni componenti e ad un giovane stagista dell’Ufficio del Garante reggino, a margine del seminario hanno effettuato perciò una visita ispettiva presso la sezione in questione. Palma ha potuto verificare le degradanti condizione dello stanzone, suddiviso in celle singole, che attualmente ospita tre detenuti in osservazione psichiatrica, mentre uno è stato appena trasferito all’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto, che per inciso dovrebbe essere chiuso in quanto gli OPG sono stati soppressi e sostituiti per legge dalle Rems, ma questo è un altro argomento che pure dovrà definitivamente risolversi. Ma tornando alla sezione di osservazione psichiatrica del carcere di via S. Pietro, per esser chiari, dobbiamo subito dire che stiamo parlando di una sezione sanitaria, quindi, di un luogo che in teoria dovrebbe essere attrezzato con strumenti medico-ambulatoriali. Dei quali per converso non se ne scorge la minima esistenza! Nulla ricorda neanche lontanamente un reparto sanitario. Nulla! Uno stanzone, si ribadisce, privo di qualsivoglia strumentazione sanitaria, con celle singole con mobilio e suppellettili in alluminio, pericolosissimi per l’incolumità dei ristretti, per l’incolumità dei pochi agenti di polizia penitenziaria, che devono seguire questi particolari tipi di detenuti, senza peraltro essere stati adeguatamente formati. Due celle, peraltro, sono state devastate, proprio con pezzi di mobilio staccati dalle pareti o dal pavimento, e sono tutt’ora inagibili. Infine una sala della socialità vuota. Non c’è un televisore, un giornale, un libro, niente di niente! Palma ha assicurato che interverrà immediatamente presso il Provveditore regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, dott.ssa Cinzia Calandrino, con la quale si incontrerà a Roma in questa settimana, oltre che con i Dirigenti del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, affinché la sezione venga immediatamente chiusa per essere adeguata alla normativa vigente, ed i ristretti ricollocati in strutture idonee. Non retrocederemo di un millimetro su questa battaglia di civiltà e dignità della persona umana. Pensare, poi, che si tratta di persone con gravi problemi psichiatrici, indigna e fa rabbrividire il pensiero che legge Basaglia dopo aver illuminato di civiltà il nostro Paese possa essere tornare ad essere oscurata dal buio delle coscienze di chi non vede e non se ne cura, perché le mura di un carcere fanno da comodo paravento. Non lo consentiremo. Ne va della nostra coscienza di essere umani, prima che di rappresentanti istituzionali. Continueremo perciò a vigilare, denunciare e riferire, fino a quando la questione non sarà definitivamente risolta. E le voci di questi disperati riassaporino il conforto della speranza.
IL GARANTE
Avv. Agostino Siviglia