“Eppur si muove… che sia la volta buona?”. Legambiente Città Metropolitana commenta con favore e fiducia la notizia resa pubblica dal Presidente del Consiglio Regionale, Nicola Irto, nel corso di un recente convegno sulla “green community” della prossima attivazione di un tavolo istituzionale aperto al sociale in merito alla realtà e alle immediate prospettive del territorio “ex industriale” di Saline Joniche. Non possiamo che dirci sodisfatti – scrive Legambiente – per la puntuale risposta alla precisa richiesta da noi formulata nel corso di un incontro con il Presidente del Consiglio svoltosi su nostra iniziativa lunedì 27 marzo u.s. a Palazzo Campanella. Da quello scambio di vedute è emerso pieno accordo sulla necessità e l’urgenza che venga una risposta istituzionale e sociale concreta di futuro per quell’area, dopo lo scampato pericolo di costruzione di una centrale a carbone. Il tutto, si è detto, partendo da un lavoro d’approfondimento scrupoloso sull’ attuale, piuttosto aggrovigliato, “stato dell’arte”. In una successiva lettera al Presidente Irto (datata 30 marzo 2017), Legambiente ha messo in evidenza , dal proprio punto di vista, i principali nodi da sciogliere sull’area di Saline Ioniche. Nello specifico: “approfondire sul piano tecnico-giuridico-istituzionale le proprietà delle aree ex SIPI e gli incastri societari sulle varie particelle, le competenze amministrative sui territori di proprietà pubblica (da individuare in modo incontrovertibile), le destinazioni urbanistiche e di piano attuali, non sempre osservate, e le nuove destinazioni, con particolare riferimento all’area predestinata ad ospitare la Centrale, con occhio attento alle evoluzioni societarie e alle possibilità di tempestiva acquisizione alla proprietà pubblica”. “Questa area – ha sottolineato ancora nella missiva Legambiente – copre una superficie di circa 320.000 mq, (incluse le aree demaniali per la prevista presa acqua mare) che a suo tempo era stata acquisita dal Proponente SEI S.p.A. (con l’eccezione delle aree appartenenti al demanio). In generale – secondo Legambiente – va rivisitata la situazione delle aree ex Liquichimica ed ex Centrale nel contesto di una scelta in chiave di sostenibilità verso cui è o va orientata, in modo deciso, omogeneo e convergente la pianificazione della Regione, della Città Metropolitana e del Comune di Montebello. In tale contesto vanno esaminati con attenzione diversa dal passato i vincoli esistenti e progetti pericolosi proposti da soggetti privati.
Va poi preso formalmente atto della decadenza del procedimento autorizzativo relativo all’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio e/o imposizione di servitù sulle aree interessate dalle opere connesse al progetto-Centrale avviato dal Ministero dello sviluppo economico il 10 giugno 2014 con relativa occupazione temporanea dei terreni. Un approfondimento particolare esige l’area demaniale marittima. Come si ricorderà infatti il 4 marzo 2014, presso la Capitaneria di Porto di Reggio Calabria, si è svolta la seconda ed ultima sessione della Conferenza dei servizi (la prima risaliva al 12 dicembre 2013) in merito alla richiesta di concessione (di durata cinquantennale) di una vasta area del demanio marittimo di pertinenza al porto di Saline, avanzata dalla SEI allo scopo di realizzare e gestire un terminale marino a servizio della centrale a carbone. In data 21 aprile 2014 il ministero dei Trasporti diede l’ok alla richiesta, nonostante le opposizioni tra cui, rilevante, quella della Regione”. “Tramontato il progetto della SEI – afferma Legambiente -, il demanio marittimo va liberato da ogni gravame e riconsegnato alla utilizzazione e pianificazione pubblica in coerenza con la riqualificazione del vasto waterfront, a partire da proposte progettuali sul tappeto”. In questo contesto, “una valutazione seria e decisiva va fatta sul porto di Saline Joniche”. Concepito originariamente come funzionale all’area industriale alla fine degli anni ‘70, il porto, che allo stato sembrerebbe classificato come commerciale dal Masterplan della portualità regionale, praticamente non è stato mai utilizzato, se non in modo parziale e inadeguato. L’approdo, peraltro, è rimasto spesso insabbiato e la sua costruzione ha contribuito ad alterare la natura di un ampio tratto di litorale. “Bisogna decidere – specifica senza infingimenti Legambiente – se sia ancora fattibile ed utile – all’interno di una più generale e armonica pianificazione della portualità calabrese – una riprogettazione del Porto che ne corregga gli errori strutturali, ne permetta il recupero e la riqualificazione per finalità turistiche o di altro tipo accettabile.” Alla luce di queste considerazioni – già espresse nel corso dell’incontro con il Presidente Irto e rafforzate nella lettera successiva di Legambiente Città Metropolitana -, non può che essere accolta favorevolmente la decisione del Presidente del Consiglio regionale di istituire a breve un tavolo prevalentemente tecnico di confronto sulla “situazione aree ex industriali e marine” di Saline Joniche che veda coinvolti diversi soggetti utili ad apportare specifici contributi al fine di fare chiarezza e sciogliere alcuni nodi esistenti, parte dei quali si trascinano da lungo tempo. Del resto lo stesso Presidente Irto si è detto convinto che “fare chiarezza sull’oggi è il presupposto indispensabile per programmare il futuro, piuttosto che concentrarsi unicamente sul tema dei finanziamenti”. Da parte sua Legambiente, che è stata ed è tra i protagonisti della battaglia “contro la Centrale e per lo sviluppo pulito dell’Area Grecanica”, si dice disponibile alla massima collaborazione. Nel contempo esprime apprezzamento per iniziative analoghe che, anche se a volte in modo estemporaneo, in questi giorni hanno preso forma, a condizione però che ci sia la volontà di convergere verso un unico percorso e verso comuni obiettivi, fuori da sterili protagonismi. (Ufficio Stampa Legambiente Reggio Calabria Città Metropilitana – legambiente.rc@libero.it – 349.3438916 – 338.3554496 Un approfondimento particolare esige l’area demaniale marittima. Come si ricorderà infatti il 4 marzo 2014, presso la Capitaneria di Porto di Reggio Calabria, si è svolta la seconda ed ultima sessione della Conferenza dei servizi (la prima risaliva al 12 dicembre 2013) in merito alla richiesta di concessione (di durata cinquantennale) di una vasta area del demanio marittimo di pertinenza al porto di Saline, avanzata dalla SEI allo scopo di realizzare e gestire un terminale marino a servizio della centrale a carbone. In data 21 aprile 2014 il ministero dei Trasporti diede l’ok alla richiesta, nonostante le opposizioni tra cui, rilevante, quella della Regione”. “Tramontato il progetto della SEI – afferma Legambiente -, il demanio marittimo va liberato da ogni gravame e riconsegnato alla utilizzazione e pianificazione pubblica in coerenza con la riqualificazione del vasto waterfront, a partire da proposte progettuali sul tappeto”.In questo contesto, “una valutazione seria e decisiva va fatta sul porto di Saline Joniche”. Concepito originariamente come funzionale all’area industriale alla fine degli anni ‘70, il porto, che allo stato sembrerebbe classificato come commerciale dal Masterplan della portualità regionale, praticamente non è stato mai utilizzato, se non in modo parziale e inadeguato. L’approdo, peraltro, è rimasto spesso insabbiato e la sua costruzione ha contribuito ad alterare la natura di un ampio tratto di litorale. “Bisogna decidere – specifica senza infingimenti Legambiente – se sia ancora fattibile ed utile – all’interno di una più generale e armonica pianificazione della portualità calabrese – una riprogettazione del Porto che ne corregga gli errori strutturali, ne permetta il recupero e la riqualificazione per finalità turistiche o di altro tipo accettabile.” Alla luce di queste considerazioni – già espresse nel corso dell’incontro con il Presidente Irto e rafforzate nella lettera successiva di Legambiente Città Metropolitana -, non può che essere accolta favorevolmente la decisione del Presidente del Consiglio regionale di istituire a breve un tavolo prevalentemente tecnico di confronto sulla “situazione aree ex industriali e marine” di Saline Joniche che veda coinvolti diversi soggetti utili ad apportare specifici contributi al fine di fare chiarezza e sciogliere alcuni nodi esistenti, parte dei quali si trascinano da lungo tempo. Del resto lo stesso Presidente Irto si è detto convinto che “fare chiarezza sull’oggi è il presupposto indispensabile per programmare il futuro, piuttosto che concentrarsi unicamente sul tema dei finanziamenti”. Da parte sua Legambiente, che è stata ed è tra i protagonisti della battaglia “contro la Centrale e per lo sviluppo pulito dell’Area Grecanica”, si dice disponibile alla massima collaborazione. Nel contempo esprime apprezzamento per iniziative analoghe che, anche se a volte in modo estemporaneo, in questi giorni hanno preso forma, a condizione però che ci sia la volontà di convergere verso un unico percorso e verso comuni obiettivi, fuori da sterili protagonismi. (Ufficio Stampa Legambiente Reggio Calabria Città Metropilitana – legambiente.rc@libero.it – 349.3438916 – 338.3554496