‘Ndrangheta, Reggio Calabria: operazione Eracle interessate “famiglie” di Archi e Vito

Nelle prime ore di oggi 27 aprile 2017 militari del Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria e personale della Squadra Mobile della Questura di Reggio Calabria hanno dato esecuzione a 15 provvedimenti di fermo di indiziato di delitto, emessi dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, nei confronti di altrettanti indagati appartenenti, a vario titolo, alla ‘ndrangheta nella sua articolazione territoriale attigua alle cosche “CONDELLO” di Archi (RC) e “STILLITTANO” di Vito (RC), ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso (art. 416 bis c.p.), porto e detenzione di armi da guerra e comuni da sparo (artt. 10, 12 e 14 Legge 497/74), tentata estorsione (artt. 56 e 629 c.p.), associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti (art.74 DPR 309/1990), intestazione fittizia di beni (art. 12 quinquies Legge 306/1992), maltrattamento di animali (art.544 – ter c.p.), con l’aggravante del metodo mafioso (art. 7 Legge 203/91). L’indagine, convenzionalmente denominata “Eracle” e sviluppatasi dal maggio 2015 al dicembre 2016, trae origine dalla necessità, avvertita dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, diretta dal Procuratore Dott. Federico Cafiero De Raho, di contrastare la serie di reiterate aggressioni, risse ed intimidazioni che hanno funestato le recenti estati reggine, turbando la serena e la libera frequentazione serale dei locali d’intrattenimento (specie quelli stagionali avviati sul lungomare cittadino). Si è trattato di una serie di episodi che hanno visto per protagonisti giovani leve della ‘ndrangheta reggina che, evocando la loro appartenenza a storici casati della ‘Ndrangheta originaria del quartiere di Archi, hanno inteso proporsi quale gruppo dominante della scena serale e notturna della città, intimidendo o aggredendo chiunque non riconoscesse loro siffatto ruolo. L’attività d’indagine ha consentito di accertare come esponenti di primo piano della “Cosca CONDELLO”, agendo in perfetta sintonia con alcuni rampolli della “Cosca TEGANO”, avessero assunto la gestione monopolistica dei servizi di “Buttafuori” presso i principali locali d’intrattenimento serale e notturno della città di Reggio Calabria. Le susseguenti attività d’indagine hanno consentito di far luce su di uno scenario ben più vasto i cui aspetti salienti. Le indagini sono state condotte dai sostituti procuratori della DDA: Stefano Musolino, Walter Ignazzitto, Sara Amerio Amerio, Giovanni Gullo

comunicato stampa  – Carabinieri

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