Leo S. Olschki Editore ha pubblicato Vincenzo Bellini Carteggi (pp. 622 € 76,00) una nuova edizione critica contenente tutte le lettere oggi note di e a Vincenzo Bellini (la prima edizione dei carteggi di Vincenzo Bellini fu pubblicata nel 1943 dalla Mondadori a cura di Luisa Cambi). Il volume è curato da Graziella Seminara, docente di Drammaturgia musicale presso l’Università di Catania. Tanti gli interlocutori del musicista. Tra tutti: il calabrese (nato a San Giorgio Morgeto) Francesco Florimo (entrambi Carbonari in giovane età), che – dopo la morte del compositore – si dedicò a divulgarne l’opera. Dalla lettura emerge un artista consapevole del proprio valore che lottò contro la pirateria musicale. Tanto da apprezzare, nel soggiorno parigino, la legislazione d’Oltralpe sul diritto d’autore. Altrettanto fermo fu nei rapporti con la committenza con cui ebbe un approccio moderno. Borghese: talento e merito furono i suoi valori; pur avendo rapporti con i maggiori esponenti dell’aristocrazia di Catania, Napoli, Milano, Londra, Parigi. A Parigi frequentò il salotto del banchiere James de Rothschild e la residenza di campagna del mercante ebreo inglese Solomon Levy. Sempre a Parigi ebbe costanti contatti con i numerosi esuli politici italiani e con una vasta cerchia di giornalisti e pubblicisti. Vincenzo Bellini morì a Parigi dove fu sepolto a Père Lachaise. Quarant’anni dopo, il ritorno dei resti mortali a Catania fu accolto con commozione in tutte le città d’Italia attraversate durante il viaggio verso la Sicilia: ma questa è un’altra storia.
Tonino Nocera