“Il porto di Gioia Tauro costituisce una priorità nel contesto delle politiche meridionaliste di sviluppo. L’affermazione nasce dalla constatata posizione strategica nel Mediterraneo di questa importante infrastruttura, dalla osservazione secondo la quale i traffici commerciali dall’Oriente avrebbero in Gioia Tauro il naturale epilogo se il porto divenisse una realtà commerciale cessando di essere un mero porto di trasbordo soprattutto dopo l’allargamento del canale di Suez, dal vantaggio economico che tutti gli attori ne trarrebbero per effetto della riduzione di ben 11 giorni dei tempi di navigazione nel caso in cui Gioia Tauro si sostituisse anche parzialmente ai porti di Rotterdam e di Amburgo. Insomma, Gioia Tauro possiede tutte le caratteristiche, compresa anche l’ ampiezza del retroporto per diventare una realtà commerciale importante, in grado di trainare buona parte dell’economia del Mezzogiorno”. Lo dichiara il presidente della Commissione Giustizia del Senato Nico D’Ascola. “Tuttavia è chiaro che la soluzione del problema tarda per la sua complessità, ma anche per il fatto che il porto di Gioia Tauro concorre con le realtà commerciali dei sopracitati porti di Rotterdam e di Amburgo che dallo sviluppo di Gioia Tauro subirebbero un evidente decremento dei loro traffici. I tanti problemi del porto di Gioia Tauro, quindi, in gran parte si pongono anche al di fuori dei confini nazionali e sono connessi ai difficili rapporti Italia- Germania interni alla Unione Europea. E’ per tanto chiaro – prosegue D’Ascola – che una soluzione regionale è impensabile, potendo essere la questione risolta soltanto a livello sovranazionale, sempre che di essa stessa si facciano adeguatamente carico gli enti territoriali rappresentativi degli interessi che fanno capo ai territori interessati, ponendo la questione al governo nei termini di una questione politica ed economica prioritaria per il nostro sviluppo. A prescindere dal complesso contesto di interessi che ho appena tracciato vanno ciononostante individuate talune cose che possono essere trattate mediante l’uso di strumenti normativi e di decisioni soltanto interne. Per semplicità mi limito ad indicarne soltanto due. In primo luogo l’avvenuta introduzione di ammortizzatori sociali per i lavoratori del porto di Gioia Tauro, mediante l’art. 4 bis del dl 29 dicembre 2016 n. 243. Bisogna essere chiari – continua il presidente -nel dire che simili soluzioni non risolvono certamente il problema, ma rendono più accettabili le conseguenze che si generano sul delicatissimo terreno della disoccupazione in attesa di un auspicabile futuro migliore per l’intera infrastruttura. In secondo luogo bisognerebbe procedere con urgenza alla nomina del presidente dell’ Autorità portuale di Gioia Tauro. Il ritardo sul punto è privo di ogni ragionevole giustificazione. Solo se un presidente verrà finalmente nominato – conclude D’Ascola- il porto potrà essere efficacemente amministrato, ma soprattutto potrà essere messa a punto una linea politico-imprenditoriale volta a delineare il futuro di una infrastruttura fino ad oggi gravemente sottoutilizzata, priva di seri risvolti commerciali e per tanto incapace di generare quel circuito virtuoso del quale l’economia calabrese ma anche quella meridionale hanno urgente bisogno”.
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