Eurostat, come ogni anno, attraverso il resoconto “Agriculture, forestry and fishery statistics” fotografa la situazione UE in questi settori. Secondo l’ultimo rapporto statistico relativo ai dati del 2015 su vigneti e produttori di vino, in Unione europea erano 3,2 milioni gli ettari di vigneti produttivi, appartenenti a circa 2,4 diverse imprese viticole, per una superficie media di 1,3 ettari ciascuna. Le differenze sono comunque significative nei diversi stati membri. Come primo paese spicca la Spagna, dove sono dedicati alla produzione del vino 941 mila ettari, suddivisi in terreni di 1,8 ettari in media per oltre mezzo milione di vignaioli. Seconda è la Francia con 802 mila ettari coltivati, dove però la concentrazione della proprietà è molto accentuata: 76 mila sono i titolari, ognuno dei quali ha in media oltre 10 ettari di terreni. Terza è l’Italia con 610 mila ettari di 300 mila proprietari, ognuno con un lotto di 2 ettari in media. Questi tre paesi posseggono insieme i tre quarti dell’intera area a vigneti dell’Unione europea (la Spagna il 30%, la Francia il 25% e l’Italia il 19%).In media il 78,2% delle vigne europee (2,5 milioni ha) è dedicata alla produzione di vino di qualità: 2,1 milioni di ettari producono vini con designazione di origine (in Italia Doc e Docg), e 400 mila ettari vini con indicazione geografica protetta (in Italia Igp). Parlando dell’Italia, spiega Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, la maggior concentrazione di vigne è in Sicilia, che ha una quota di oltre il 16% del totale dei vigneti del Belpaese, che tuttavia non spicca per ambizione: solo il 52% delle nostre vigne produce vini di qualità, percentuale che ci fa impallidire nel confronto con le suddette Spagna (95%) e Francia (84%), ma anche di quasi tutti gli altri paesi. Solo la Romania fa peggio di noi (27%), e la Grecia ci segue a ruota (52,5%).
C.S. – Giovanni D’Agata