Corte dei Conti: economia meno fragile ma costi lavoratori superiori di 10 punti rispetto l’UE

Roma 19:50 – Reso noto oggi il rapporto 2017 sul coordinamento della finanza pubblica della Corte dei Conti. Secondo l’alta corte economica e come riportato da RaiNews, “i Paesi appartenenti all’area Euro evidenziano un andamento degli aggregati considerato per molti versi simile a quello italiano. La vera differenza è costituita da una dinamica del prodotto più pronunciata. Il che rende il sentiero del risanamento finanziario per l’Italia più faticoso, ma tuttavia, considerato il maggior livello del debito, necessario”.

Sempre secondo l’Alta Corte, “Nonostante le incertezze iniziali, l’andamento dell’economia sembrerebbe aver segnato un’inversione di marcia verso un’espansione meno fragile e più qualitativa”. L’analisi continua evidenziando il famoso “Cuneo Fiscale”, il famoso “argomento” che permise anni fa a Romano Prodi e all’ulivo di superare e battere Berlusconi e Forza Italia, che nel nostro paese supera di ben 10 punti percentuali la media europea.

La differenza fra il costo del lavoro a carico dell’imprenditore e il reddito netto che rimane in busta paga al lavoratore: il 49 per cento prelevato a titolo di contributi (su entrambi) e di imposte (a carico del lavoratore) eccede di ben 10 punti l’onere che si registra mediamente nel resto d’Europa.

Anche i costi di adempimento degli obblighi tributari che il medio imprenditore italiano è chiamato ad affrontare, sono significativi: 269 ore lavorative, il 55 per cento in più di quanto richiesto al suo competitore europeo.

Riguardo al Pil si evidenzia che nel 2016 è aumentato dello 0,9%, a fronte di un negativo e non anticipato contributo delle scorte e di un andamento superiore alle attese negli investimenti, +2,9%, sia in costruzioni che in macchinari e attrezzature: nel primo caso si è finalmente usciti da una fase di recessione protrattasi per otto anni; nel secondo si ha un’evidenza di una ripresa del processo di accumulazione non prevista.

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About the Author: Carlo Viscardi